(DIRE) Roma, 14 Lug. – Discutere al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite delle tensioni relative alla Grande diga del Rinascimento etiope (Gerd) sul Nilo che da circa un decennio alimentano negoziati tra Addis Abeba, Egitto e Sudan, “non è stato di aiuto” ed è inoltre da ritenersi “lontano dal mandato” dell’organismo dell’Onu. A sostenerlo è stato con una nota il ministero degli Affari esteri etiope. La dichiarazione della diplomazia di Addis Abeba arriva a una settimana dal briefing del Consiglio sul tema della diga, che si è svolto l’8 luglio su richiesta della Tunisia. Il Paese nordafricano aveva anche presentato una bozza di risoluzione nella quale si esortavano le parti, tra le altre cose, a raggiungere un accordo entro sei mesi e a evitare atti unilaterali. Il governo del primo ministro Abiy Ahmed, che ha preso parte al briefing nella persona del ministro per l’Acqua, le irrigazioni e le energie, Seleshi Bekele Awulachew, ha detto che la discussione in sede Onu non è stata fruttuosa e ha lamentato che “i progressi fatti sulla questione vengano “strumentalizzati politicamente”. Addis Abeba ha quindi evidenziato che il contesto negoziale a cui fare riferimento sono le trattative trilaterali in corso sotto l’egida dell’Unione Africana (Ua), che sono da considerarsi “un importante strumento per affrontare le istanze di tutte le parti in causa”. L’Etiopia si è quindi augurata che Egitto e Sudan “vi prendano parte in buona fede”. L’ultimo incontro dei negoziati moderati dall’Ua si sono svolti nella Repubblica democratica del Congo ad aprile e non hanno portato ad alcuna proposta di soluzione dell’impasse. Egitto e Sudan lamentano da anni che la Gerd, il più grande progetto del suo genere in Africa, rischia di alterare la portata del Nilo nei loro territori e di conseguenza di rendere più difficile l’approvvigionamento di acqua dolce. (Bri/ Dire) 12:30 14-07-21