“In controtendenza rispetto ai Paesi Ocse, nel mese di marzo il tasso di disoccupazione giovanile in Italia torna a crescere dal 31,9% al 33% raggiungendo il livello più elevato dopo la Spagna. Sale anche la disoccupazione femminile che nello stesso periodo ha raggiunto l’11,4%. Una crisi del mercato del lavoro che ancor prima della pandemia penalizzava soprattutto i più giovani e le donne. Le ripercussioni devastanti del Covid-19 hanno purtroppo ampliato la forbice delle disuguaglianze delineando un quadro drammatico soprattutto nel Mezzogiorno. Dati preoccupanti che occorre tenere presente in vista dello sblocco dei licenziamenti, al fine di scongiurare la deflagrazione di una polveriera sociale che metterebbe a rischio la stabilità del Paese. In tal senso, è urgente intervenire prevedendo un piano senza precedenti di ammortizzatori sociali e di politiche attive, accompagnato da una complessiva riforma dei centri per l’impiego visto e considerato il fallimento dei cosiddetti ‘navigator’, uno strumento di mera propaganda elettorale che non è servito a garantire l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. Occorrono, dunque, misure ‘shock’ per finanziare un piano industriale ambizioso fondato sulla realizzazione di nuove opere anche grazie agli investimenti destinati alla transizione energetica, lavorando al contempo ad una semplificazione normativa che consenta di favorire il turnover generazionale. In tale contesto la riduzione del cuneo fiscale sul lavoro appare indispensabile per incentivare le assunzioni e incoraggiare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro.” Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’UGL, in merito ai dati Ocse sulla disoccupazione giovanile.