L’emergenza sanitaria, come è noto, ha comportato anche una parallela emergenza finanziaria, cui si affianca quella psicologica e relazionale che riguarda in particolar modo i giovanissimi, privati ormai non solo di tutto ciò che scandisce, a livello di rapporti interpersonali, il tempo scolastico, ma anche di ogni contatto che veniva sviluppato a livello sportivo nelle discipline di squadra e quindi di condivisione. Lo sport di base è tra i segmenti che stanno maggiormente soffrendo le chiusure, e la loro drammatica condizione si riflette inevitabilmente anche sui territori, non solo come introito economico sottratto al tessuto dove operano, ma anche come impatto sociale. Queste realtà, infatti, oltre a garantire l’importantissimo mantenimento fisico, svolgono un ruolo di crescita sana per i ragazzi grazie ad una formazione basata sui valori significativi che lo sport incarna, magari allontanandoli da contesti particolari. Poiché, in maniera assolutamente condivisibile e prioritaria, si parla sempre di tutela della salute, bisognerebbe, proprio in tal senso, tenere in considerazione ciò che associazioni dilettantistiche e società sportive rappresentano, e pensare ad un piano strutturato che dia la possibilità di riaprire ad un settore che sta duramente pagando il prolungato lockdown. Si tratterebbe, inoltre, anche di un investimento a lungo termine: l’operato degli sport di base garantisce una vita più salubre ai cittadini ed un conseguente risparmio sui costi sanitari. Si pensi ai tantissimi bimbi rimasti senza attività fisica, che si stanno abituando ad una vita sedentaria e isolata e quindi più propensi a sviluppare patologie connesse all’assenza di movimento e a quelle derivanti da ripercussioni psicologiche per l’asocialità, o a tutti quegli adulti che, impossibilitati a svolgere discipline individuali all’aperto, riuscivano a tenere a bada, appunto tramite alcune pratiche sportive, delle piccole problematiche che adesso, magari, tenderanno a divenire croniche. Un prezioso patrimonio che stiamo rischiando di perdere, con tutte le conseguenze economiche e sociali che ne deriveranno e che si presenteranno aggiungendo ulteriori difficoltà e disagi a quelli che si stanno già vivendo.