Falcomatà in Consiglio comunale: “Piano vaccini e recovery plan devono essere priorità. Da minoranza povertà di contenuti” 

«Bisogna conoscere immediatamente i tempi di un Piano vaccinale che deve essere reso necessariamente pubblico». E’ l’appello che il sindaco Giuseppe Falcomatà, nel corso del suo intervento in Consiglio comunale, ha rivolto, ancora una volta, ai vertici Asp. «Domani (11 marzo, ndr) è l’ultimo giorno d’attività per i commissari straordinari provinciali dell’Azienda sanitaria. Ribadisco, anche nella massima assise cittadina, il sentimento di forte dissenso rispetto al loro operato e mi auguro che i nuovi direttori generali che verranno nominati dal commissario Guido Longo, siano persone di straordinaria competenza, capacità, professionalità e con uno smisurato amore per la nostra terra. Il loro compito principale sarà quello di adoperarsi per garantire un diritto fino ad oggi negato. Ovvero: conoscere i tempi delle vaccinazioni, mantenendo saldo il diritto alla Salute per tutti i cittadini».
Il sindaco ha tenuto alta l’attenzione sull’emergenza Covid ed ha portato in aula le rivendicazioni delle centinaia di cittadini scese in Piazza del Popolo, domenica scorsa, per chiedere che la politica e le istituzioni si facciano carico delle problematiche reali che riguardano la vita di ogni persona: «Vogliamo avere conoscenza del piano vaccinale. Su questo aspetto, la Calabria è fanalino di coda in Italia, compreso il fronte della vaccinazione scolastica. Qual è il programma che l’Asp sta mettendo in campo? Attualmente, conosciamo soltanto i dati impietosi che vedono la nostra regione allo 0,1% rispetto alla media nazionale che si aggira intorno al 33-34%, ben lontana dal Friuli Venezia Giulia che è al 65% delle vaccinazioni solo per il personale scolastico. Bisogna fare di più e meglio, aumentando i centri di somministrazione del farmaco antiCovid così come noi abbiamo fatto dando l’ok all’Asp per allestire un centro in un’ala del Cedir. Bisogna aumentare il personale adibito alle vaccinazioni e questo può avvenire soltanto se si mettono in campo strumenti specifici ed adeguati alle necessità».
«La Regione Calabria – ha detto il sindaco – qualche settimana fa ha siglato un protocollo d’intesa coi medici di base ed è ora che le Asp lo attivino. Un’identica convenzione bisogna siglarla con l’Ordine dei farmacisti e si deve aprire la possibilità di effettuare le vaccinazioni anche ai laboratori privati. Alle persone malate ed allettare si deve offrire la possibilità di ricevere il vaccino direttamente a domicilio, senza che questo gravi sulle economie della gente».
«Su queste cose – ha aggiunto il primo cittadino – si sarebbe dovuto concentrare il Consiglio comunale odierno. Di queste cose, ma anche delle opportunità che ci riserva il Recovery plan, l’ingente quota di finanziamento che sta arrivando per reagire alla crisi innescata dalla pandemia. Purtroppo, e mi duole dirlo, dispiace che l’assemblea abbia dato prova di grandissima povertà di contenuti». Il rammarico del sindaco è per la protesta inscenata da una parte della minoranza nel corso dei lavori consiliari.
«Credo – ha commentato, a tal proposito, Falcomatà – ci voglia coerenza sempre e comunque nei comportamenti. Quello successo oggi è diverso da quello che mi avevano preannunciato gli esponenti dell’opposizione nel corso di un confronto. E’ inquietante, infatti, la naturalezza come questo cambio di vedute sia avvenuto a meno di 24 ore. Chi, adesso, annuncia le proprie dimissioni senza, tuttavia, firmarle, ieri riconosceva l’inutilità di un simile gesto per la propria coalizione. Mi rammarica, poi, dover constatare l’atteggiamento bipolare di chi ha impedito l’intervento della Polizia municipale in aula, alla quale va la mia piena ed incondizionata solidarietà, ma durante la propria attività di consigliere chiede, propone, invita, chiama, sollecita. Delle due l’una: se si ha l’idea che questo consiglio sia delegittimato, frutto di attività che hanno leso la democrazia, mai andrei a chiedere qualcosa agli assessori, ai consiglieri, agli uffici. Per primo, non mi interfaccerei con una classe dirigente che reputo illegittima. Bisogna scegliere di essere e come interpretare il proprio ruolo in consiglio comunale. Bisogna dire le cose come stanno: è falso dire che qualcuno sia stato zitto chissà per quanto tempo. La nostra posizione, sull’odierna inchiesta che vede indagato un consigliere comunale per presunti brogli elettorali, è stata sa subito chiara in diversi interventi sulla stampa e più volte ribadita nelle dirette social con le quali, io stesso, aggiorno i reggini sulle varie vicende amministrative e politiche».
«Di quale silenzio stiamo esattamente parlando?», ha chiesto Falcomatà alla minoranza aggiungendo: «Di un silenzio o di una volontà di protagonismo? Di silenzio o di opportunismo nel voler buttare in bagarre una situazione che ha ancora i contorni da definire e noi, per primi, abbiamo chiesto che si definiscano nel più breve tempo possibile».
«E’ bizzarro – ha incalzato il sindaco – chiedere una commissione d’indagine durante un’indagine che è ancora in corso. Di che cosa stiamo parlando? Dispiace che oggi il Consiglio comunale abbia dato prova, mi duole dirlo, di grandissima povertà di contenuti. Eppure, noi ce lo aspettavamo. Non c’è nulla di nuovo. La minoranza ne ha spesso dato prova. Purtroppo, ognuno ha i propri punti di riferimento e gli esempi da seguire. Nella consapevolezza di questo, abbiamo provato ad alzare il livello della discussione. Ritengo che noi dobbiamo continuare a tenere alto lo sguardo e ad occuparci delle cose di nostra competenza. Fra queste, non v’è dubbio, rientra l’importanza di aprire un dialogo con le forze produttive e del lavoro, con i sindacati nazionali per larga parte rappresentati, in questo particolare momento storico, da persone provenienti dal nostro territorio e che, per questo motivo, probabilmente conoscono più di altri le difficoltà di sbarcare il lunario per numerose famiglie della Calabria e del Mezzogiorno d’Italia».
«Anche ieri – ha affermato Falcomatà tornando a rivolgersi alla minoranza – vi ho chiesto di discutere di Recovery plan. Vorrei conoscere la vostra posizione, le vostre idee da inserire nella rete di questo straordinario e irripetibile piano di finanziamenti. Qualora fosse sfuggito a qualcuno, non sono soldi da distribuire a pioggia, ma progetti che vengono finanziati in base alla partecipazione ad un bando. Vi avremo accesso soltanto se si ha un’idea di città che rientra nei parametri fissati dell’Europa rispetto alla qualità dell’abitare, alla rigenerazione urbana, all’inclusione sociale, alla sostenibilità ambientale bene. Al contrario, verremo tagliati fuori. Confrontiamoci anche su questo. Il dibattito sul Recovery non è una cosa lontana».

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