Bovini bloccati in mare. La Commissione europea all’Oipa International: chiesto un parere all’autorità europea per la sicurezza alimentare

Oipa International: «Gli animali sulla Karim Allah, attraccati a Cartagena, stremati, sono destinati all’abbattimento. I bovini sulla Elbeik sono ancora nel mare di Kalamata, in Grecia, con la stessa destinazione e con la stessa sorte»

Sulla vicenda delle centinaia di bovini bloccati in mare tra gli stenti su due navi spagnole per due mesi interviene la Commissione Europea con una lettera in risposta alla richiesta dell’Oipa International che chiedeva l’avvio immediato di un’indagine sulla violazione del Regolamento europeo sui trasporti di animali. Gli animali erano stati rifiutati da più Paesi lungo il Mediterraneo per il timore che fossero infetti dal morbo della lingua blu.

L’Organizzazione internazionale protezione animali aveva chiesto inoltre di porre fine all’esportazione di animali vivi, in quanto incompatibile con il principio di base del Trattato europeo di Lisbona, che all’art. 13 prevede che gli animali siano considerati “esseri senzienti”.

La Commissione Europea, prendendo atto delle richieste dell’associazione, informa di avere incaricato l’Autorità europea per la sicurezza alimentare di fornire un parere scientifico, in particolare sul trasporto di animali, nel contesto della revisione della legislazione sul benessere degli animali. “Questa richiesta include una specifica discussione sull’esportazione di bestiame attraverso navi”, afferma l’organismo europeo nella lettera, e aggiunge che “alla luce di questo parere scientifico, nonché dell’esperienza acquisita durante l’attuazione della legislazione, la Commissione valuterà le misure più appropriate per il futuro”.

«La nave Karim Allah è arrivata a Cartagena e gli 864 bovini, stremati e defedati dopo due mesi in mare con approvvigionamenti alimentari scarsi e chiusi in spazi ridottissimi, si avviano all’abbattimento», spiega Valentina Bagnato, responsabile delle Relazioni internazionali dell’Oipa. «La nave Elbeik ancora era nel mare di Kalamata, in Grecia, con il suo triste carico a bordo con la stessa destinazione e la stessa sorte: l’eutanasia».

Ecco il testo integrale della lettera della Commissione Europea all’Oipa International:

“La Commissione è ben consapevole della situazione delle due navi che trasportano il bestiame. Siamo in stretto contatto con le autorità spagnole e siamo informati che le stesse autorità hanno accettato di ricevere indietro gli animali. Già la scorsa settimana il Commissario Kyriakides aveva scritto al ministro dell’Agricoltura spagnolo chiedendo di dare priorità a questo problema per evitare che questi animali potessero soffrire ulteriormente. Le autorità spagnole stanno fornendo informazioni sull’andamento della situazione che, durante la stesura di questa lettera, è ancora in evoluzione.

La nave Elbeik è stata localizzata in acque greche, ma non abbiamo informazioni sulla sua destinazione finale.

La nave Karim Allah ha attraccato al porto di Cartagena (Spagna) e le autorità spagnole hanno ispezionato gli animali. In assenza di informazioni ufficiali sullo stato sanitario degli stessi e sui possibili contatti con persone, materiali o mangimi provenienti da paesi terzi affetti da malattie contagiose, le autorità spagnole, in conformità con la legislazione dell’Ue, abbatteranno gli animali. La Commissione rimane in stretto contatto con le autorità locali per garantire che le operazioni siano eseguite in modo tale che questi sfortunati animali non soffrano e tutte le disposizioni applicabili per tali operazioni siano rispettate. Finora, la Commissione non ha prove che le condizioni di trasporto alla partenza non fossero conformi alla legislazione dell’Ue. Né vi sono prove che le autorità spagnole non abbiano attuato le norme europee.

Ciononostante, la Commissione esaminerà la questione e prenderà in considerazione qualsiasi azione necessaria per quanto riguarda le condizioni di esportazione di questi animali e per chiarire chi è responsabile dell’accaduto e se vi sono lezioni da trarre”.

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