Le dichiarazioni di autorevoli esponenti calabresi del PD nazionale, l’assordante silenzio dei rappresentanti regionali domiciliati a Roma grazie al movimento che avrebbe dovuto aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno (per poi cercare solo il modo di rendere più comode le poltrone), stridono enormemente con il grido d’allarme lanciato da diverse voci politiche ed istituzionali della Calabria in merito l’attenzione riservata al nostro territorio dal Recovery Plan. E’ ignobile come la nostra regione sia letteralmente sparita dai radar del Governo, dai radar della maggioranza, dalle intenzioni anche minime di voler, approfittando di fondi che costituiscono un unicum nella storia europea, mitigare quantomeno le ataviche differenze che scandiscono l’Italia. Preoccupazioni, tra l’altro, espresse in tempi non sospetti dai governatori del Meridione che, ‘ca va sans dire’, non sono state recepite.
Infatti registriamo, nelle bozze redatte, pochi spiccioli, idee infrastrutturali zero: il Ponte, usato evidentemente solo per riempire i mass media di note stampa, resta, fattivamente, un pensiero visionario; il porto di Gioia Tauro vedrà la ‘gioia’ solo nel nome della zona in cui insiste; i collegamenti godranno, forse, di blandi contentini; degli aeroporti non si hanno notizie, la statale 106 l’avranno dimenticata. E parliamo di programmi che a parole tutti avrebbero voluto realizzare o migliorare, utili per ottenere consensi, ma poi facili da accantonare quando si sarebbero potuti concretizzare. Capitolo a parte meriterebbe l’incapacità di programmazione e di lungimiranza, quella spinta che, grazie ad uno strumento finanziario imponente, avrebbe potuto provare a farci raggiungere almeno una vicinanza con gli standard del resto d’Italia e d’Europa. Con queste premesse, al contrario, il gap, pare destinato solo ad aumentare. Una vergogna! Almeno una cosa, forse, l’abbiamo capita. Il perché in Italia il Recovery Plan sia stato denominato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: la ripresa per gli altri, al Mezzogiorno la richiesta di resilienza, per dover, ancora, affrontare difficoltà e periodi complicati, questa volta creati ad hoc.
Tilde Minasi – Consigliere regionale Lega