di Peppe Giannetto – Ci tocca anche oggi parlare del premier Conte, il quale Venerdì si è segnalato imponendo una serie di divieti privi di logica. Ha detto che nei festivi e prefestivi siamo in zona rossa, quindi si esce esclusivamente per motivi documentabili, lavoro, necessità, salute. Tuttavia è possibile ospitare in casa fino a due persone non conviventi. Oggi, questi non conviventi, come possono uscire dalla propria abitazione per essere ospitati? Le chiese, i luoghi di culto rimarranno aperti, ma, Conte ha precisato solo per il rito delle funzioni.
Tra i piccoli centri, in zona arancione, ovverosia nei giorni feriali, è possibile muoversi ma fino a trenta chilometri. Dal confine del comune o dall’ingresso di casa? Comunque se in questi trenta chilometri, tra te e la meta di arrivo, ti capita un capoluogo di provincia, allora non puoi, devi fare una circonvoluzione larga o il salto con l’asta. Ma la circonvoluzione larga imposta viene conteggiata nei trenta chilometri? O si conteggia “in linea d’aria”? E se nel capoluogo di provincia ti aspettano, a te con il tuo compagno o alla tua compagna, puoi andarci in macchina o devi per forza farti lanciare col paracadute?
L’inabilità motoria che ti consente di non essere incluso nel computo del limite deve essere pregressa? Se si prende una slogatura puoi imboscarti placidamente nelle abitazioni di chi può ospitare fino a due non conviventi? Possono fare un festeggiamento cento persone se zoppicano tutte? Per verificare la zoppia chi li accompagnerà a fare la lastra, la pattuglia? All’autocertificazione occorrerà allegare il certificato medico? Una cronista gli ha domandato come è possibile fare i controlli visto che non si può accedere nelle abitazioni. Conte, che è scaltrissimo, non si è fatto prendere in castagna e ha immediatamente replicato: “Gli addetti controlleranno i trasferimenti, quindi se lei sbaglia la verificheremo dopo”. Dopo!! Quindi, la pattuglia, se vuole controllarti, deve appostarsi e attendere la fine del festeggiamento.
Non può nemmeno controllarti “prima”: lo ha detto il premier Giuseppe Conte, non certo Ugo Tognazzi del famoso, Conte Mascetti. Se state andando a una festa e siete in 50 su un autobus preso in affitto, ma ancora non siete arrivati, la pattuglia potrà intervenire? E se ti controlla “dopo”, la pattuglia, come fa a sapere quanta gente era in quella casa? Ve lo chiederanno e voi andrete sicuramente nel panico a rispondere.
Da un rapido conteggio degli esercizi commerciali rimasti aperti si deduce anche fin troppo e senza sforzo che gli unici operatori che devono sprangare i loro commerci sono i proprietari di bar e ristoranti. Ma visto che è possibile portare i fiaschi di vino e le bottiglie di Veuve Clicquot da casa potete assembrarvi ovunque, potrete fare l’aperitivo in edicola ma non nei bar. Chiudere i ristoranti e i bar la sera e tenerli aperti di giorno significa ritenere in modo puerile che il virus fino alle ore 18 sia dormiente e si accenda al calar della sera.
Che cosa gli hanno fatto i barman a Conte? Questo è solo un esempio della stupidità governativa. Come ha detto l’avvocato di Padre Pio, Conte alla cronista che le faceva le domande: “Dovete avere la bontà di leggervi il decreto e dopo fare i collegamenti”. Alla fine è stato un diluvio d’insulti al premier dopo l’ultima video-passerella. I cittadini temono quasi più i DPCM del virus e sui social auspicano solo la fine della banda giallorossa e dell’ex avvocato, che ha meno abilità nel governare che nel piegare la sua pochette.