‘Il Movimento 5 Stelle non parteciperà al ballottaggio del 4-5 ottobre e lascia liberi i propri elettori da qualsivoglia indicazione politica’. Così urbi et orbi tre giorni addietro. ‘In alcune circostanze ho criticato anche duramente il sindaco uscente Falcomatà, ma non credo sia utile consegnare un comune così importante a uno schieramento a trazione leghista. La Lega non è votabile’. Così oggi la deputata grillina Federica Dieni.
Credo che bastino solo queste due dichiarazioni a confronto per evidenziare la schizofrenia politica del Movimento che, probabilmente, per sopravvivere alle percentuali da ‘zero virgola’ racimolate nelle ultime elezioni regionali ed amministrative, cerca di trovare collocazioni utili alla salvaguardia di uno status quo che sta sfuggendo loro di mano e che vorrebbero mantenere con riunioni frugali in agriturismi dove giungere con sfavillanti auto blu.
Ma d’altronde ci hanno ben abituato alla loro coerenza, al loro definirsi ‘anticasta’ divenendo casta essi stessi, alla loro capacità di rinnegare alcuni principi sui quali hanno basato il largo consenso ricevuto dagli italiani che a guardare i numeri (milioni di voti persi in un paio di anni) sembra si stiano seriamente pentendo delle scelte compiute alle urne.
Quindi il problema della deputata Dieni, seduta sullo scranno parlamentare dal 2013, oggi, a Reggio Calabria, è la Lega e la sua indicazione per il candidato a sindaco. Beata lei che vede solo questa di difficoltà perché la maggior parte dei cittadini ne vive ben altre e più drammatiche!
Vorremmo chiedere all’onorevole Dieni: avrebbe esternato le stesse convinzioni qualora queste elezioni si fossero svolte durante il primo governo Conte? E se l’opinione fosse stata la medesima, dovremmo dedurre che lei parla da semplice cittadina e non da esponente istituzionale del suo partito? O che come al solito si muovono in ordine sparso senza assumere la responsabilità di decisioni nette e chiare?
Tralasciando le vicende prettamente politiche, cosa può dirci la Dieni su ciò che il Movimento ha realizzato per la nostra regione, essendo alla guida del paese con una cospicua rappresentanza eletta in Calabria nel 2018, oltre a chilometri di comunicati stampa, sempre polemici e mai costruttivi, raccolte firme, esposti fine a se stessi? Dobbiamo ricordare, per citare un esempio tra tanti, il famoso decreto Calabria annunciando il quale il ministro Grillo disse ‘riportiamo il diritto alla salute?’, mentre ciò a cui assistiamo è, volendo essere generosi, un completo disastro con le condizioni complessive del servizio sanitario fortemente peggiorate? Persino il ministro Speranza, che con il Movimento5stelle governa, sembrerebbe essere intenzionato a superare quel documento. Ascoltiamo, da anni, sempre il solito refrain sul cambiamento ma, basandoci su quello che dicono essere il loro lavoro, non ne vediamo neppure l’ombra sebbene l’opera di moralizzazione, a parole, sia sempre presente. Tra le parole e le azioni, però, esiste una precisa differenza!
Tilde Minasi, Consigliere regionale Lega Calabria