La nota di Peppe Agliano. Stasera un convegno all’Oasi di Pentimele a lui dedicato
Ricorre oggi il 4° anniversario della prematura scomparsa di Antonio Franco. Un fratello, un Amico, un grande Uomo capace, generoso, buono, prima ancora che eccellente sindacalista e politico lungimirante
Antonio muore nella notte tra il 27 e il 28 settembre 2016 a soli 55 anni, stroncato da un infarto che non gli lascia scampo. La sua militanza politica, sin dai movimenti giovanili, si caratterizza per la sua straordinaria preparazione politico-amministrativa e la tenace volontà in difesa dei più deboli. Le sue battaglie per la città, per i suoi concittadini più indifesi, per i suoi valori e le sue idee in Consiglio comunale, in Consiglio provinciale (dove ricoprì la carica di assessore al lavoro) e in tutti i consessi e gli organismi in cui è stato protagonista, lo collocano tra i figli più nobili della nostra Reggio. Presidente provinciale del Fuan (l’organizzazione universitaria dei giovani di destra), dirigente del Fronte della Gioventù e del MSI-DN, sindacalista in CISNAL e UGL, in cui ricoprì le cariche di Segretario provinciale, regionale e confederale aggiunto. Candidato a sindaco per il centrodestra nel 2001, in opposizione a Italo Falcomatà, quando tutti si fecero indietro, accettò di combattere una sfida impari nel nome dei valori e degli ideali in cui credeva e per il suo sviscerato amore per Reggio. Una battaglia sicuramente difficile, infatti perse, ma da capo dell’opposizione, fu per anni una spina continua nel fianco, dimostrando ancora una volta le sue indubbie capacità e le sue incredibili doti umane: competenza, passione, equilibrio e onestà. Doti dei grandi Uomini, che gli valsero l’apprezzamento e la stima anche di quanti non condividevano le sue idee. Antonio, oltre che nipote, fu il collaboratore più fidato del Senatore Ciccio Franco, Leader della Rivolta del 1970, scomparso anch’egli prematuramente nel 1991 a 61 anni, di cui ogni anno preparava minuziosamente insieme a me, Peppe Scopelliti, Nicola Malaspina, Enrico Caminiti e pochi altri, le iniziative per ricordarne la figura e l’opera, rinnovando quel grido del “Boia chi molla” che ci tramandiamo come un testimone da cinquant’anni. Un grido che Antonio “urlava” in tutte le occasioni in cui era necessario, a difesa della dignità di Reggio e dei reggini, nelle manifestazioni, in piazza o nei consessi pubblici. Sono cresciuto insieme a lui e con lui ho vissuto buona parte del mio percorso di vita personale, politica e lavorativa: dalle nottate da adolescenti durante le campagne elettorali, all’esperienza nel centro di formazione professionale, alle battaglie in Consiglio comunale che finivano, o meglio continuavano, sempre davanti ad un panino e una birra da “Socrate”, alle vicessitudini della nostra maturità fino agli ultimi periodi di amarezza per la deriva liberista in cui era stata trascinata la destra sociale. Mi manca Antonio, mi manca la sua lucida follia di sognatore incallito, mi manca il suo modo “guascone” di intendere la vita, mi mancano le ore trascorse a discutere di tutto lo scibile umano, mi manca la sua fragorosa risata da impenitente…mi manca Antonio. Ci manca. Per questo lo scorso anno, d’accordo con i familiari, abbiamo costituito un Circolo di FdI dedicandolo a lui e a Ciccio. Zio e nipote accomunati dagli stessi Ideali, dalle stesse doti, dallo stesso viscerale amore per la propria città, dallo stesso destino.
Ciao Antonio…
Stasera, alle 18 presso l’Oasi di Pentimele si svolgerà un convegno in suo ricordo, organizzato dal Centro Studi Tradizione Partecipazione, dal Tema “Animus pugnandi. Radici forti nel cantiere della nuova destra”, condotto dalla giornalista Chiara Parisi e a cui parteciperà Luca Lezzi, scrittore, saggista e giornalista, direttore della rivista “Il Guastatore”.