Il capo del sodalizio ripartiva i compiti fra i sodali, stabiliva l’ammontare degli stipendi e individuava le basi operative del gruppo ove sono state rinvenute armi, droga e denaro, continuando ad esercitare la sua leadership anche nei periodi di carcerazione tramite ordini veicolati ai familiari. Il canale di approvvigionamento era rappresentato da un elemento di spicco della criminalità di Putignano, che riforniva l’organizzazione con partite di cocaina da 1 kg dal valore di 40mila euro le quali, una volte tagliate ed immesse nel mercato, potevano fruttare fino a 100.mila euro. Quest’ultimo, tra l’altro, una quota mensile di 6mila euro quale provento dell’illecita attività.
Documentata altresì la notevole disponibilità di armi e munizioni, che il gruppo deteneva quale strumenti deterrenti nei confronti di altri sodalizi rivali: nel corso di diversi interventi, i Carabinieri hanno sequestrato una pistola mitragliatrice mod. skorpion cal 7,65, una pistola beretta mod. 81 cal. 7,65 e una pistola marca browning cal. 6,35, nonché 150 cartucce vario calibro. Le armi e lo stupefacente venivano occultati all’interno di involucri interrati oppure nascosti nei muretti a secco siti lungo la pubblica via. Fra i traffici illeciti del gruppo rientrava quello della ricettazione di autoveicoli rubati: nel corso delle attività i militari hanno scoperto un deposito nel quale erano occultati targhe di auto e componenti meccaniche di varie marche per un valore di 40mila euro circa, mentre in una circostanza, intercettati a bordo di veicolo rubato, non rispettavano l’alt e si davano alla fuga, ingaggiando un inseguimento con i militari dell’Arma e commentando, divertiti, come il crimine per loro rappresentasse un gioco.