La questione rifiuti a Reggio ha assunto connotati ormai drammatici, e su questo risulta persino inutile soffermarsi, dal momento che le tristi immagini delle discariche seminate per tutto il territorio e sotto i portoni delle case sono impresse negli occhi di tutti e sono state veicolate persino, ahinoi, da servizi televisivi nazionali.
In primis, è necessario e fondamentale ribadire, al netto di quanto non è stato fatto, organizzato, pensato, gestito dall’amministrazione comunale per sei anni, che la regione, in particolare l’assessorato all’ambiente, sta lavorando alacremente anche a fronte delle strumentazioni pro campagna elettorale del sindaco, per trovare uno spiraglio concreto alla rimozione di quanto imperversa ormai da settimane sulle nostre strade, con inevitabili conseguenze sanitarie e di immagine.
Da Catanzaro, infatti, si è dato il via alla convenzione, non certo a titolo gratuito per l’amministrazione regionale, con la Puglia e, da domani, parte della questione dovrebbe attenuarsi con l’apertura di Castrovillari.
Sicuramente, e si sta facendo, è anche compito della regione Calabria attivarsi in tal senso, ma le polemiche scatenatesi, nonostante il fresco insediamento della Giunta e del Consiglio regionale, vanno lette alla luce di quanto accaduto, riferendosi, quantomeno, ai mesi precedenti.
In breve, vorrei ricordare che già a settembre del 2019, in alcune missive si sottolineava la volontà di tutti i sindaci nella conferenza metropolitana di adempiere agli obblighi tributari nei confronti, appunto, della regione che, anche allora, si occupava, con risorse proprie, degli oneri di competenza esclusiva degli enti locali, pur a fronte di un debito molto gravoso degli stessi.
Senza entrare troppo in merito a questioni di tale natura, giova pure rimarcare che sugli impianti pubblici ricadenti nel territorio reggino numerose sono state le azioni volte all’efficienza degli stessi messe in piedi, sempre da parte regionale, subito dopo il subentro al regime commissariale, cui si sono aggiunti convenzioni con il ministero competente e ulteriori finanziamenti.
Si tratta di passaggi che è importante sottolineare poiché vanno ben ‘fotografate’ le responsabilità, che sono in larghissima parte imputabili all’insufficiente operatività dell’Ambito Territoriale Ottimale, il quale non ha individuato innanzitutto, e parliamo sempre di anni passati, tutte le necessarie discariche di servizio per gli impianti pubblici del territorio reggino, cosa che avrebbe dovuto espletare per legge, ciò nonostante le ripetute sollecitazioni affinché le procedure fossero portate a compimento e l’indizione di riunioni ad hoc alle quali la Città Metropolitana non si è neanche presentata.
Perché il Sindaco non si è mai espresso con chiarezza su determinati accadimenti? Perché non ammette le colpe di un contributo praticamente nullo realizzato in merito alla discarica di Motta a servizio dell’impianto di Sambatello, per il quale la regione aveva addirittura completato l’iter approvativo e la cui prosecuzione, con la pubblicazione della conseguente gara d’appalto, si è interrotta per precisa volontà dell’amministrazione comunale? Potrei ancora continuare, ma basti sapere che determinati iter avrebbero dovuto essere avviati e incrementati da almeno 4 anni.
Anche per questi motivi, è più che legittima la protesta dei residenti di Sambatello (che, ricordiamo al Sindaco, non è comune autonomo nonostante la connotazione data al quartiere nelle sue dirette Facebook): un territorio non può pagare un’emergenza causata da inerzia e da una programmazione inesistente, che è stata presentata dal primo cittadino di Reggio, nonché della città Metropolitana come una problematica causata da altri enti. Ma al fatto che sia sempre colpa altrui siamo, d’altronde, ormai abituati!
Tilde Minasi
Consigliere regionale