Epidemie: Nuovo spillover, possibilità o certezza?

La recente situazione del Covid-19 ha mostrato la non preparazione delle politiche mondiali ad affrontare delle grosse epidemie, perché la percezione comune era che non potessero più succedere eventi tanto catastrofici. Gli scienziati, al contrario, erano pienamente consapevoli della possibilità, e hanno continuato a monitorare quotidianamente i potenziali pericoli, cercando, per quanto possibile, di prevedere la prossima “Malattia X”.
Tali situazioni si manifesteranno sempre più frequentemente, in quanto l’essere umano sta prendendo sempre più il “posto” della Natura, violandola, sostituendosi all’ambiente e rimpiazzando le comunità che lo abitano con specie domestiche. In tali condizioni avvengono gli “spillover virali”, dei “salti di specie” compiuti da agenti patogeni che passano, per ragioni accidentali, da una specie all’altra, detta “zoonosi”, per giungere all’uomo ed essere poi trasmessa da persona a persona.
Il professore associato di Ecologia al Dipartimento di Agraria dell’Università degli Studi Di Napoli “Federico II” e responsabile della Wildlife Research Unit, Danilo Russo, intervistato dalla rivista “Le Scienze” di Maggio 2020, dichiara che questi “spillover” saranno sempre più frequenti, in quanto “la nostra impronta ecologica ci avvicina sempre di più alla fauna selvatica”, la quale vive in precarie situazioni di igiene. Tenuto conto che sono gli esseri umani a generare lo spillover, esistono specie animali, quali pipistrelli, uccelli e roditori, più predisposte all’incubazione di virus, come il SARS-CoV-2, in quanto vivono in grossi gruppi promiscui e percorrono grandi distanze nel corso della loro vita. Nonostante la grossa frequenza di casi, non sempre lo “spillover” diventa “outbreak”, epidemia, in quanto non tutti i virus riescono ad adattarsi al gene umano tanto da riuscire ad essere trasmesso da un individuo all’altro, come nel caso della Rabbia, che viene trasmessa da animale ad uomo.
La zoonosi esiste da più di 10.000 anni, cioè da quando l’uomo, presumibilmente, ha iniziato ad addomesticare gli animali, gli scienziati dunque credono che molti virus umani provengano, in varie misure, dagli animali. Ancora oggi gli scienziati e gli esperti stanno studiando tutti i casi sconosciuti di malattie virali animali potenzialmente trasmissibili all’uomo, cercando di mappare i possibili focolai al fine di tentare di prevedere altre epidemie. In Italia già dal 1978, anche grazie all’aiuto di One Health, è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale con la legge di riforma sanitaria per la prevenzione di malattie. Nel 1992 è stato istituito il Dipartimento di Prevenzione che comprende vari servizi, tra cui la salute umana e animale e la sanità pubblica, aprendo le porte allo studio dei possibili contagi animale-uomo e viceversa. Questo nuovo Coronavirus ha fatto, infine, comprendere alla popolazione mondiale quanto sia importante riuscire a prevenire la minaccia prima che diventi una pericolosa pandemia, e quanto ancora ci sia da studiare e ricercare nella stretta connessione che esiste tra gli umani e gli animali.
Silvana Marrapodi

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