Il 18 come da protocollo nella Parrocchia di Montebello centro storico Santa Maria della Presentazione e nella Parrocchia della borgata di Masella Santi Medici Cosma e Damiano guidate dal Parroco don Giovanni Gattuso hanno avuto inizio le celebrazioni con la presenza di popolo dopo la sanificazione e l’igienizzazione delle chiese avvenuta nei giorni scorsi. Buona la partecipazione da parte dei fedeli che sono stati osservanti delle norme indicate dal protocollo.
Finalmente i fedeli hanno iniziato a ritornare a partecipare di persona alla Santa Messa nella propria parrocchia manifestando grande gioia e gratitudine per il lavoro fin qui svolto. Prima del 18 nelle parrocchie non è mai mancata la celebrazione quotidiana della Santa Messa a porte chiuse e non sono mancati neanche i vari momenti di preghiera e di catechesi vissuti con i parrocchiani in diretta streming. Anche i bambini hanno continuato gli incontri di catechismo attraverso i social accompagnati dai loro catechisti.
Le parrocchie hanno fatto sentire, in questi mesi, la loro vicinanza attraverso un’intensa attività caritativa, che si è moltiplicata di fronte alle tante nuove situazioni di povertà e ha coinvolto numerosi volontari. Ma anche la vita spirituale e l’attività pastorale sono proseguite, attraverso nuovi strumenti e modalità.
“Decisione questa – afferma don Gattuso – che noi tutti, sacerdoti e fedeli, aspettavamo con fiducia da tempo. È una grande gioia, per le nostre Chiese, poter tornare a vivere con il popolo le celebrazioni liturgiche, poter riprendere la condivisione, in forma comunitaria, della Mensa Eucaristica. Il protocollo è stato frutto di una intensa, profonda collaborazione e sinergia fra Governo, Comitato Tecnico-Scientifico e la Conferenza Episcopale Italiana, dove ognuno ha fatto la sua parte con impegno e grande responsabilità. Abbiamo condiviso tutti, con molta sofferenza, le limitazioni imposte a tutela della salute di tutti, con alto senso di responsabilità e con grande pazienza la Chiesa ha collaborato da subito evitando strappi con lo Stato, proprio perché c’era in ballo la salute di tutti, ha saputo lavorare ed attendere con la pazienza del contadino. La metafora del contadino esprime anzitutto la fiducia insita nel gesto di chi semina con generosità e senza calcolo: dalla piccolezza del seme verrà in futuro la copiosità del raccolto. Così è della parola di Dio, il cui annuncio, inerme e povero, a suo tempo darà infallibilmente frutto. Si tratta di una ripartenza graduale, a passi, ma che chiederà ad ognuno di noi un cambiamento di mentalità, una nuova visione e approccio su tutto ciò che riguarda la nostra vita cristiana”. “Nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone, – continua don Gattuso – spetta al parroco individuare la capienza massima dell’edificio sacro. All’ingresso ci sono alcuni volontari o collaboratori che favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite e comunque non possono entrare coloro che hanno una temperatura pari o superiore ai 37,5° centigradi. In ogni caso bisogna evitare ogni forma di assembramento. Ci viene consentita anche la possibilità di celebrazioni all’aperto. Adesso con la passione dell’amore del Signore, pur patendo questi tempi con il loro carico di disagi e di restrizioni, ci viene richiesto di pazientare ancora nell’attesa di condizioni che gradualmente consentano di celebrare ancor più degnamente l’Eucaristia fonte e culmine della vita del cristiano. Fino ad allora andiamo avanti con coraggio, con gioia e grande serenità, rispettando scrupolosamente e responsabilmente le norme e le prescrizioni per custodire la salute di ognuno. Questo tempo difficile ci ha fatto riscoprire anche cose importanti, sulle quali sarà necessario ritornare con una riflessione più attenta”.