Se prima del Coronavirus i problemi da risolvere in città erano 100, oggi sono 1000, e domani saranno 2000. Come si prepara il nostro comune a risolvere le tantissime emergenze in corso? Semplice, lasciando tutti i dipendenti a casa a lavorare in smart warking compresa la segretaria generale Acquaviva ormai ritenuta dispersa dalle parti di palazzo San Giorgio. E di riorganizzare gli uffici in tempi brevi neanche a parlarne. I cittadini di Reggio Calabria ormai si sono rassegnati a vivere in una città allo sbando, priva di servizi e senza punti di riferimento. La gravità della situazione, che stiamo ancora vivendo, avrebbe imposto una riorganizzazione dei servizi cittadini, oltre che un’occasione per fare pulizia, rimettendo in ordine strade e infrastrutture. Eppure, non solo il primo cittadino non si cura dell’amministrazione ordinaria, ma lascia che tutto rimanga paralizzato a danno dei privati cittadini, i quali si recano negli uffici di loro interesse e si ritrovano con gli sportelli chiusi, con i servizi sospesi, con impiegati fantasma. Ad oggi, nell’amministrazione comunale ci riscopriamo con più uffici di quanti non siano i dipendenti al lavoro né si evidenzia un supporto online efficiente, che possa dare indicazioni utili ai cittadini bisognosi di un’informazione o di una documentazione specifica. Su questi punti intendo fare un’interrogazione comunale al sindaco Giuseppe Falcomatà, perché chiarisca in che modo ha riorganizzato i servizi amministrativi e come intende andare incontro all’utenza, fornendo a chi lo richieda un servizio efficace e sufficiente ad interagire con la cittadinanza già in affanno.
Reggio Calabria è una città che da decenni soccombe all’emergenza e alla disorganizzazione amministrativa e ora, in tempi di epidemia, subisce l’ulteriore disservizio di un’amministrazione comunale che fa un uso anomalo e a suo piacimento dello smart working. E’ sotto gli occhi di chiunque abbia un minimo di senso civico, infatti, che c’è un utilizzo smodato di questa modalità lavorativa, così come è sotto gli occhi di tutti che il sindaco Falcomatà, troppo impegnato a mantenere viva la sua campagna elettorale permanente e accentrando l’attenzione solo sulla sua persona, non si accorge che la pubblica amministrazione locale languisce. Il risultato è che i reggini non possono usufruire dei servizi primari per i quali pagano le tasse, non possono disporre di impiegati che possano aiutarli. La mia interrogazione comunale sarà diretta a denunciare lo stato dell’arte dell’amministrazione comunale, nonché l’utilizzo assolutamente anomalo dello smart working e parimenti a denunciare la mancanza di un piano di riorganizzazione degli uffici e degli sportelli che devono interagire con il pubblico. Siamo di fronte all’ennesima frode nei confronti dei reggini e, cosa ancora più indecente, di fronte a politici, alti dirigenti e dirigenti della pubblica amministrazione, indifferenti alle urgenze dei concittadini, incapaci di essere al servizio dello Stato, inadeguati ad erogare il lavoro per il quale sono pagati. Tutto questo con il beneplacito dell’entourage di Palazzo San Giorgio, troppo occupato a fare conferenze stampa e a propagandare gli effimeri risultati di una delle amministrazioni più disastrose che Reggio Calabria abbia mai visto. I cittadini indignati e stanchi di vedersi gettare “fumo negli occhi” esigono subito una risposta concreta dal loro sindaco e noi di FdI vogliamo farci portavoce della loro rabbia e delle vere esigenze della città.
Massimo Ripepi – Fratelli d’Italia