riceviamo e pubblichiamo
A causa di questa pandemia, mortifera portatrice di sofferenza e lutto, non patisce solo la carne ma pure lo spirito. E lo spirito all’Uomo serve ed eccome: serve a non farlo vincere dalla cupezza e dalla paura dell’oggi e del domani, serve a farlo vivere nutrito di speranza, che è balsamo per l’anima. L’Uomo ha ingaggiato una guerra di sopravvivenza contro un nemico i cui tratti non sono ancora visibili e che, dunque, è particolarmente insidioso poichè naturalmente incline a penetrarne l’integrità corporea e l’Io più profondo in modo strisciante e velenoso, come fa l’astuto serpente.
Ma quest’ora così tenebrosa costituisce un’occasione storica in cui il terreno di coltura dell’anima è stato arato dal tempo e dal destino per essere fertile dimora del seme del cambiamento. Tocca all’Uomo, in questo tempo e senza tentennamento, essere il seminatore, far crescere la pianta del cambiamento, farla divenire rigogliosa, forte, piena di salvifica linfa. E l’Uomo, che è essere pensante, deve reagire, combattere la guerra e prepararsi ad accogliere spiritualmente il frutto del suo sacrificio, il cambiamento. Lo deve fare con coraggio e per farlo gli serve la forza dello spirito. Solo lo spirito, efficace e unico plasmatore dell’anima, puó permettere all’Uomo di cogliere e assaporare il frutto del cambiamento e, soprattutto, perchè questo deve essere l’approdo, di esserne trasformato in senso etico. È l’Etica la virtù che, se praticata con gioia e convinzione, consente all’Uomo di raggiungere lo status di buono, di giusto e di lecito, di essere molto meno dipendente dai valori materiali e invece votato al trascendente, che è il luogo dell’anima in cui è custodito lo scrigno dei valori davvero essenziali e immarcescibili.
Lo spirito trasforma l’Uomo e questi, risorto dalle sue ceneri come un’araba fenice, acquisisce effettivamente la volontà e la forza di trasformare in melius la società e di fare il bene dell’umanità. L’Uomo sia accompagnato nel suo viaggio verso il cambiamento dalle parole di Sant’Agostino d’Ippona: “La speranza ha due bellissimi figli: lo sdegno e il coraggio. Lo sdegno per la realtà delle cose; il coraggio per cambiarle”.
Buon viaggio.
Tonino Salsone
avvocato dell’Ordine di Monza: una riflessione tra conservazione e contemporaneità