Maltempo. Coldiretti: sos gelo dopo secondo inverno più caldo dal 1800

Fioriture anticipate nei frutteti rischiano di essere compromesse

(DIRE) Roma, 23 Mar. – “E’ allarme freddo e gelo nelle campagne dopo un inverno che si e’ classificato in Italia come il secondo piu’ caldo dal 1800 a livello climatologico facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media di riferimento”. Cosi’ la Coldiretti in riferimento all’allerta della protezione civile per l’arrivo di un’area depressionaria dall’Europa nord-orientale con rilevante calo termico e venti forti. “Il caldo fuori stagione ha stravolto completamente i normali cicli colturali e accelerato il risveglio vegetativo delle produzioni con fioriture anticipate nei frutteti che ora rischiano di essere compromesse dal brusco abbassamento delle temperature con il taglio dei raccolti estivi- avverte coldiretti- In pericolo per le gelate anche le primizie dell’orto arrivate in anticipo, dai carciofi agli asparagi, alle fragole, dalle fave alle zucchine”. Ma e’ “allarme anche per 50 miliardi di api presenti sul territorio nazionale che sono state ingannate dal caldo e sono uscite dagli alveari presenti per ricominciare il loro prezioso lavoro di bottinatura ed impollinazione- sottolinea l’associazione agricola- ed ora il rischio e’ che il ritorno del freddo possa far gelare i fiori e anche far morire parte delle api, dopo una delle peggiori annate per la produzione di miele in Italia”. Insiomma, “siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalita’ degli eventi atmosferici e’ ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una piu’ elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne”, conclude la Coldiretti. (Comunicati/Dire)

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