Spiegare l’Italia agli americani e l’America agli italiani. Questa la missione di Michael Ledeen: come dice egli stesso nel libro intervista La versione di Michael. Un «amerikano» alla scoperta dell’Italia a cura di Marco Cuzzi e Andrea Vento (p. 206, € 20,00 www.biblionedizioni.it). Michael Arthur Ledeen – famiglia ebraica di origine russa – giornalista e storico (già assistente di Renzo De Felice) Ha lavorato come analista per la Casa Bianca, il Dipartimento di Stato e il Dipartimento della Difesa. Frequenta dagli anni Sessanta il Bel Paese: dove si è sposato, nella Sinagoga di Roma, con Barbara. Tra i politici italiani il legame più forte con Giovanni Spadolini e Francesco Cossiga. Una forte stima per Marco Pannella e il Partito Radicale anche per le battaglie per i diritti civili. Tanto da fargli dire che “L’unico partito italiano che, credo avrei votato volentieri è il Partito Radicale”. Il libro è un lungo viaggio nella storia recente d’Italia e della sua relazione con gli Stati Uniti d’America: definita odd relationship, una strana relazione. Ledeen parla anche delle proprie esperienze internazionali in Africa: in particolare nel Congo Brazzaville dove è stato Consigliere del Presidente Sassou Nguesso. I due autori dell’intervista consapevoli che è Ledeen a parlare quindi è la sua versione (da qui il titolo ispirato a La versione di Barney di Mordechai Richler) ritengono però (correttamente) che le sue parole siano da ascoltare con cura e attenzione. Ledeen, appassionato bridgista, dichiara che per comprenderlo bisogna conoscere le regole del bridge. Tra i suoi incontri al tavolo verde: Niccolò Pollari, già capo del SISMI. Pittoresco il racconto della cena con Di Pietro “Peraltro, parlava anche uno strano italiano” dice Ledeen. Impegno primario di Ledeen la lotta contro ogni forma di antisemitismo e totalitarismo: un tema, precisa, su cui, oggi si discute poco. Personalmente ricordo, nel giugno 2015, la sua conferenza nel a Palazzo Corrado Alvaro, sede della provincia di Reggio di Calabria, organizzata dall’ allora Segretario e Direttore Generale Antonino Minicuci. Ledeen spiega che il vecchio mondo delle Guerra Fredda – nato dopo la Seconda Guerra Mondiale – non esiste più: il nuovo deve ancora nascere. Come? Bepi Pezzulli conclude la postfazione così “è indispensabile recuperare la bussola dei valori smarriti. Davanti a pericolose derive filorusse e miopi tentazioni filocinesi, la risposta è una, senza ambiguità: più America”.
Tonino Nocera