Tobacco Control Scale 2019: lotta al tabacco, Italia 16° ,1° Regno Unito. Svizzera al penultimo posto in Europa. Fa peggio solo la Germania

Da quindici anni l’Associazione delle Leghe europee contro il cancro confronta le misure adottate dagli Stati europei per ridurre il consumo di tabacco e stila la “Tobacco Control Scale in Europe”. L’edizione di quest’anno è stata pubblicata ieri in occasione dell’ottava Conferenza europea sul tabacco o sulla salute a Berlino. Come rivela la classifica, l’Italia si attesta a metà scala in Europa esattamente al 16esimo posto, anche se scesa rispetto ai report precedenti, per quanto riguarda la prevenzione del tabagismo. Nel 2016 è entrato in vigore nell’UE il divieto per le sostanze che facilitano l’inalazione e dal 20 maggio di quest’anno sarà vietata la vendita di tabacco aromatizzato, che attrae soprattutto gli adolescenti. Realizzata a scadenza triennale, nel confrontare le misure adottate dagli stati per ridurre il consumo, la scala è un indicatore importante per comprendere come e quali Paesi cerchino di arrestare il fenomeno del tabagismo Europeo; i dati sono stati raccolti ed inseriti nella scala di controllo del tabacco (TCS -Tobacco Control Scale 2019), che classifica i paesi europei in base alle loro politiche di controllo del tabacco. Il Regno Unito si attesta al primo posto, avvalorando la sua posizione di predominanza sulle politiche anti tabagismo, mentre la Svizzera è scesa al penultimo posto (35 su 36),  la Germania si è piazzata ultima. A differenza della Svizzera, “patria della multinazionale del tabacco”, la maggior parte dei Paesi europei ha fatto progressi nella lotta al tabagismo. “Nessun reale progresso da segnalare dal 2005 ad eccezione del divieto di fumo nelle auto in presenza di minori.” – è il commento nel rapporto ufficiale riguardante l’Italia. La Svizzera per ‘Colpa delle lobby’, è scesa al penultimo posto segno, per gli autori dello studio, che la Confederazione sta perdendo il contatto con la moderna prevenzione del tabagismo e della nicotina a causa della scarsa protezione dei minorenni, delle regole vigenti in materia di pubblicità, di tasse non disincentivanti e della mancanza di una regolamentazione giuridica nazionale per le sigarette elettroniche. Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, associazione in prima linea contro il tabagismo, auspica che l’Italia come la maggior parte dei Paesi europei continuino a fare progressi nella lotta al tabagismo, aumentando, per esempio, la tassa sul tabacco, che viene usata in altri Paesi per creare un effetto dissuasivo. Gli aumenti di prezzo operati negli ultimi anni sono stati decisi dai produttori, non per ragioni di prevenzione. Complessivamente, i paesi che non sono riusciti a intraprendere nuove iniziative hanno perso punti e sono scesi in classifica. I paesi che guidano il controllo del tabacco in Europa sono quelli che hanno politiche globali di controllo del tabacco.

 

c.s. –  Giovanni D’Agata

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