Lo ha stabilito il Consorzio di Gestione dell’Area marina protetta di Porto Cesareo
Le tartarughe rischiano spesso di finire accidentalmente nelle trappole dei pescatori, tra reti e palangari. I rettili vengono così trascinati per diversi metri, rischiando di ferirsi gravemente. È per questo che l’Area marina protetta di Porto Cesareo, in provincia di Lecce, ha adottato un nuovo provvedimento: ogni pescatore che porterà ai soccorritori una tartaruga pescata accidentalmente e ferita riceverà 100 euro. La decisione è stata presa considerando che il pescatore, per salvare la tartaruga, è costretto ad interrompere la sua attività. Questi rettili sono sempre più vittime dell’attività umana. Le tartarughe infatti, oltre a finire nelle reti dei pescatori, sono anche travolte dalle imbarcazioni, o ancora ingeriscono pezzi di plastica rilasciati in mare. Con questa proposta, si cercherà di salvare il maggior numero di tartarughe possibile. L’Area Marina Protetta (A.M.P.) Porto Cesareo, istituita con Decreto del Ministero dell’Ambiente del 12/12/97,evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, è una Riserva Marina dello Stato, affidata ad un Consorzio di Gestione costituito dai due comuni di Porto Cesareo e di Nardò, nel cui territorio ricade la Riserva, e dalla Provincia di Lecce. Porto Cesareo è l’unica Riserva Marina Statale del Salento. L’AMP Porto Cesareo si estende per 16.654 ettari e 32 Km di costa ed Interessa il litorale dei comuni di Porto Cesareo e di Nardò, entrambi della provincia di Lecce, nella parte orientale del Golfo di Taranto, che costituisce la zona più settentrionale del Mar Ionio. L’AMP Porto Cesareo è stata inserita nel 2011 nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) con il codice IT08. Questa AMP è una delle poche a poter vantare, nonostante le sue notevoli dimensioni, la mappatura dei fondali, realizzata con metodologie e tecnologie (sistemi geoacustici e ROV) che forniscono informazioni reali su tipologia, distribuzione ed estensione degli habitat. Il risultato di tale mappatura corrisponde al rilevamento di oltre 15 habitat differenti sui fondali dell’AMP, con un elevatissimo grado di rappresentatività dei popolamenti sommersi del Mediterraneo. Ci preme sottolineare, tra tutti, la notevole percentuale di copertura rilevata a Posidonia oceanica, (confermata dalla presenza all’interno dell’AMP di ben tre siti SIC), a Coralligeno, e Grotte Sommerse, tre habitat sommersi di sicuro pregio ambientale e meritevoli di tutela, inseriti negli Allegati della Direttiva CEE, nonché nel Protocollo ASPIM.
c.s. – Giovanni D’Agata