Reggio Calabria – E’ stato inaugurato questa mattina il Ponte di Paterriti, un’opera attesa dagli abitanti della frazione collinare ormai dal lontano 1953. Al taglio del nastro, il sindaco Giuseppe Falcomatà ha parlato di «obiettivo raggiunto e nuovo punto di partenza». «Questa – ha detto – non è soltanto l’opera attesa da sempre che collega Paterriti alla città, ma è la città che si avvicina alla frazione sud. Ciò significa che si possono e si devono riorganizzare quei servizi pubblici essenziali che, fino ad oggi, non si potevano garantire ed organizzare». Il ponte, infatti, apre un ventaglio di possibilità fino ad ora negate: «Con gli acquisiti dei nuovi bus arriverà il servizio di trasporto pubblico locale in un luogo in cui non poteva esistere. Arriveranno mezzi capaci di passare in stradine più piccole fin dentro il cuore di Paterriti». Ma è il presente che cambia da subito: «Già da oggi, i bimbi che vanno a scuola ad Oliveto e a Reggio potranno contare sullo scuolabus per raggiungere i loro istituti».
L’inquilino di Palazzo San Giorgio è, comunque, consapevole del fatto che «se il problema più grande è stato finalmente risolto, ne esistono molti altri per i quali è obbligatorio intervenire».
«Ci sono delle perdite idriche – ha elencato il sindaco – come a Curduma insiste una situazione da sistemare il prima possibile. Ma oggi è un momento di festa che deve servire a scolpire questa giornata nella memoria storica della città. E’ una fase della nostra vita di amministratori e cittadini che va ricordata senza farsi trascinare dal bombardamento continuo di notizie che caratterizzano la fugacità del nostro tempo».
Poi ricorda: «Quando, nell’ultima riunione fatta a Palazzo Alvaro con gli abitanti di Paterriti, mi è stata consegnata una pietra, io l’ho conservata. E l’ho fatto per due motivi. Perché quel masso ci ricorda una cosa: mai più Paterriti vivrà pericoli e subirà l’isolamento. Il secondo motivo: quella roccia ci deve ricordare da dove siamo partiti per apprezzare il punto in cui siamo arrivati. Il mio pensiero va alle famiglie ed ai bambini che in questa frazione hanno scelto di vivere ed abitare mostrando un vero e proprio atto d’amore per la propria terra e le proprie radici».
Doverose, quindi, le «scuse dell’istituzione a tutta la comunità di Paterriti per tutte le lungaggini che hanno caratterizzato, da sempre, la conclusione di questa infrastruttura». «Sembrava – ha detto Falcomatà – che questa giornata non dovesse mai arrivare, ma in cuor mio ho sempre creduto che l’avremmo tagliato, insieme, questo benedetto nastro. Perché ho visto coi miei occhi l’abnegazione dell’assessore Giovanni Muraca e del consigliere comunale Nancy Iachino, impegnati a fare avanti ed indietro fra Palazzo San Giorgio e gli uffici del Cedir. Ogni volta a raccogliere dati, spunti, documenti utili a finire il ponte nel più breve tempo possibile. Non è mancata la volontà di risolvere problemi che non dipendevano da noi. Ecco perché dico che il ponte è stata un’opera corale, vissuta con partecipazione e sentimento da parte di ognuno».
Così, il sindaco Falcomatà ha ringraziato «le mamme e donne di Paterriti per il loro stimolo continuo e costante, per la loro pazienza e fiducia, per la presenza, anche quando bisognava essere presenti fisicamente per far comprendere come non si sarebbe mollato di un millimetro per la realizzazione di quest’opera». Il riconoscimento del sindaco, quindi, è andato anche «all’ufficio tecnico comunale, alle donne e agli uomini della giunta, alla ditta che ha raggiunto l’obiettivo dimostrando professionalità e capacità estreme».