Tra un partecipato focus sulla drammaturgia e la standing ovation per “Le Serve” del Teatro “Karolos Koun” di Atene
Un’intensa giornata, tra focus sulla drammaturgia contemporanea del Mediterraneo e standing ovation per “Le Serve”, nella versione portata in scena dal teatro “Karolos Koun” di Atene, ha aperto l’VIII edizione del Festival “Miti Contemporanei”, organizzato dalla Compagnia Scena Nuda, diretta da Teresa Timpano.
Tanti momenti, dunque, hanno scandito l’apertura del Festival: l’Odeion, ieri mattina, ha ospitato l’incontro stampa – introdotto da Teresa Timpano e dalla giornalista Paola Abenavoli – con gli artisti e i protagonisti di questo appuntamento culturale ormai diventato punto di riferimento per il teatro del Mediterraneo, e non solo.
Numerosi gli interventi: da Giada Costa e Giuseppe Vignieri, interpreti di “Come Hansel e Gretel”, spettacolo che rilegge la favola dei Grimm in chiave contemporanea e che ha aperto il Festival con la matinée dedicata ai ragazzi; a Pasquale Amato, fondatore e presidente del “Premio Nosside”, la cui cerimonia di premiazione – che si terrà questo pomeriggio, al Museo Archeologico, alle ore 17 – è inserita nella programmazione del Festival; a Paolo Genoese, promotore dell’evento condiviso con il “Face Festival”, ovvero l’installazione realizzata da Shendra Stucki, un suggestivo albero composto da fili elettrici, che si potrà ammirare al Castello aragonese fino al 4 dicembre; a Irene Tripodi, presidente di Aiparc, una delle associazioni coinvolte in “AltriLuoghi Festival”, Il sottoprogetto di Miti Contemporanei che ha portato, tra ottobre e novembre, il teatro in diversi luoghi della città. A parlarne, anche tre dei quattro attori impegnati nelle performance, Lorenzo Praticò, Miryam Chilà e Adriana Cuzzocrea. Particolare interesse hanno suscitato gli interventi di Giorgia Karvunaki – ricercatrice e traduttrice, che ha spiegato la genesi della collaborazione con il Festival, che ha portato alla organizzazione del Focus sulla drammaturgia contemporanea e alla creazione di questo ideale ponte tra Calabria e Grecia – e, restando in tema, la regista Marianna Calbari, anche interprete insieme a Katia Gerou e Kostantina Talkou, dello spettacolo “Le serve”, andato in scena ieri sera al Ridotto del “Teatro Cilea”. La regista ha illustrato la contemporaneità del mito, del testo, e si è anche soffermata sul rapporto con il Festival, auspicando altre sinergie future.
Sempre di mito e sempre di ponte Italia-Grecia si è continuato a parlare nel pomeriggio, alla Biblioteca Comunale, nel corso di un partecipato Focus, che ha costituito un momento inedito per Reggio: una riflessione a più voci su drammaturgia, messinscena, critica, con la possibilità di avvicinarsi ad un testo tradotto in italiano del grande autore greco Paris Takopulos. A fare entrare il pubblico nel mondo di colui che viene identificato come il Beckett greco, sono state Giorgia Karvunaki e la professoressa emerita presso l’Università di Atene, Chara Bakonikola, che ha sottolineato la particolarità della drammaturgia di Takopulos, il suo destrutturare, l’interessante stile. Come poi ha dimostrato, nell’interpretare un brano de “Il penultimo dei Monikin”, l’attore Lorenzo Praticò. Si è passati, quindi, ad un nuovo testo italiano, “Pasifae – madre di un Minotauro”, scritto da Filippo Gessi, autore di Scena Nuda. Una rilettura del mito, anche questa inedita – come hanno spiegato il critico teatrale Paola Abenavoli e lo stesso autore -, dal punto di vista della protagonista e con una sottolineatura di temi, come quello del giudizio. Ad interpretarne un brano, Teresa Timpano e Miryam Chilà.
La seconda parte dell’incontro è stata, invece, dedicata alla lettura critica del teatro contemporaneo e di come esso reinterpreti il mito: una disamina condotta con efficacia e visione precisa da Giulio Baffi, critico di Repubblica e presidente dell’associazione nazionale critici di Teatro, associazione che ha collaborato alla promozione del Focus, insieme al Gispe (Giornalisti spettacolo), gruppo di specializzazione nato all’interno del Sindacato Giornalisti Calabria. Baffi ha descritto come gli autori contemporanei si rapportino al mito, quale lo stato del teatro contemporaneo oggi, l’approccio odierno al classico e al reale, e cosa manca a queste letture. Interessanti spunti sono giunti, poi, anche dall’intervento dalla giornalista Anna Foti, componente del direttivo del Gispe, che si è soffermata sulla necessità che il teatro contemporaneo, come tutto il mondo della cultura, si approcci alle tematiche che oggi maggiormente riguardano la società, a partire, ad esempio, dall’argomento delle migrazioni, e come il giornalismo possa contribuire a far conoscere quanto di innovativo viene creato, aspetto che costituisce uno degli obiettivi dello stesso Gispe.
Un focus partecipato, dunque, un’analisi da portare avanti, come auspicato dallo stesso Baffi.
E infine, grande chiusura di giornata: “Le serve” di Genet, proposto dal Teatro Karolos Koun di Atene nel Ridotto del Teatro Cilea. Un momento di teatro coinvolgente, che ha trasportato gli spettatori nella storia delle due cameriere che vorrebbero eliminare la loro dispotica padrona, ma i cui piani falliscono. Una rilettura del mito che guarda all’oggi: ma soprattutto, una versione che si stacca dalla tradizione proposizione statica e filosofica, puntando sulla dinamicità, sulla passionalità di sentimenti e personaggi, sulla fluidità di una messinscena che, pur non tralasciando la complessità dei dialoghi e del rapporto tra le protagoniste, ci fornisce una contemporaneità drammaturgica e di messa in scena che colpisce e affascina. Tutto ciò grazie ad un ritmo sempre crescente, alle luci che evidenziano il nero dominante, ma anche che contrastano con esso, quasi metafora della cupezza delle vite effettive delle due serve e della luminosità delle vite sognate, in una scena contornata da faretti, come in uno specchio dei camerini o in quadro. E grazie alle grandi interpretazioni di Katia Gerou e Kostantina Talkou, che ci restituiscono, con forza e intensità, due figure, quelle delle serve, che parlano alla contemporaneità, alla società odierna, con i suoi tormenti e la ricerca del potere. E di Marianna Calbari, nei panni della padrona, e regista che sa guardare al mito rileggendolo con sapienza e talento. Ma a trasportare ancora di più il pubblico nell’atmosfera di uno spettacolo unico è stata la lingua greca, che rimanda a quel mito facendolo sentire vicino, che riporta a quel legame tra due terre, tra due culture, unite anche dal teatro.
E, alla fine, una standing ovation ha sancito il successo di una produzione innovativa e l’internazionalizzazione di Miti Contemporanei.
Il Festival, come detto, proseguirà oggi con la cerimonia conclusiva del Premio Nosside, al Museo archeologico, alle ore 17, e poi, il primo dicembre, con la prima regionale di “Reveals”, del Balletto di Roma, alla Pinacoteca Civica (ore 17 – 17,45 e 18,30), e la prima nazionale di Ver Sacrum, di e con Manolo Muoio, al Cine Teatro Metropolitano, alle ore 20.