“L’enigma degli anelli di Saturno: quattro secoli di dibattito scientifico”, questo il tema che sarà trattato Venerdi 19 ottobre alle ore 21.00 al Planetario provinciale Pitagora di Reggi C. dal dott. Mauro Dolci, astronomo presso l’osservatorio astronomico di Collurania – Teramo. La conferenza è inserita all’interno della XXII settimana nazionale della cultura scientifica e tecnologica. La storia degli anelli di Saturno inizia con Galileo. Lo scienziato aveva infatti osservato, molto vicino alla superficie del pianeta, un qualcosa che nell’insieme Saturno gli appariva come tricorporeo, ovvero con un grande corpo centrale e due protuberanze ai lati. Ci aveva visto bene. Forse non benissimo, ma abbastanza da rendere quel pianeta speciale, degno di essere studiato più a fondo. Solo le limitazioni del suo telescopio non gli hanno permesso di andare oltre e capire cosa fossero realmente quelle protuberanze. E così il merito per la scoperta di quel disco attorno a Saturno sarebbe toccato a Christian Huygens, mentre invece qualche anno dopo Giovanni Domenico Cassini ne avrebbe proposto un’iniziale suddivisione. Così, già dal Diciassettesimo secolo si ha contezza chiara che Saturno ha degli anelli, ma per sapere di cosa sono costituiti ci vorrà ancora un po’ di tempo. Cassini per esempio aveva innanzitutto capito una caratteristica fondamentale degli anelli: non si trattava di una struttura continua intorno al pianeta, perché c’era anche uno spazio vuoto che li separava in due diverse divisioni, una riconosciuta, oggi, come divisione Cassini ed altre vennero scoperte poi, così come i diversi anelli. Ad aggiungere un altro pezzo al puzzle è William Herschel che stima lo spessore attorno a qualche centinaio di chilometri. Oggi in realtà si stima che siano spessi addirittura appena 10 metri, in media. James C. Maxwell intorno alla metà dell’Ottocento smentisce la teoria secondo la quale questi gli anelli sono solidi. Secondo il fisico scozzese, infatti, un modello del genere era instabile e suggerisce che gli anelli siano costituiti di tanti parti più piccole che ruotano intorno al pianeta sembrando dei corpi unici nel complesso. Si comprende allora come dalla prima osservazione di Galileo e dalla loro successiva identificazione da parte di Huygens, gli anelli di Saturno hanno rappresentato una formidabile sfida per gli astronomi, i fisici e matematici, che si sono cimentati nel tentativo di spiegarne dapprima la stessa esistenza, quindi l’età e, tuttora, l’origine e l’evoluzione futura. La conferenza del dott. Mauro Dolci, ripercorre un dibattito scientifico lungo quattrocento anni,attraverso tappe fondamentali come la scoperta della famosa “divisione” da parte di Cassini alla fine del ‘600 o le spettacolari immagini fornite attualmente dalla sonda spaziale che porta il suo nome, senza dimenticare le strutture svelate dalle sonde Voyager. Un dibattito avvincente intorno al più interessante banco di prove della Meccanica Celeste classica. Un classico esempio di come la conoscenza della Natura proceda per gradi, stimolando ed avvalendosi degli strumenti di sempre maggior efficacia sviluppati dall’uomo: non solo telescopi ma anche e, soprattutto in questo caso, quella potente arma che prende il nome di Analisi Matematica.
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