Governo. Franceschini: Parte da Museo liberazione Roma, segnale importante

“Basta trasformare paure in odio, voltiamo pagina”

(DIRE) 5 Set. – “Penso sia giusto che chi si occupa di cultura in questo Paese cominci da qui. L’Italia ha quasi seimila musei, ma il Museo della Liberazione e’ il piu’ simbolico, e’ il luogo in cui sono state torturate persone innocenti, perseguitate per via del colore della pelle, della religione e del credo politico. È importante partire da qua per non perdere la memoria, in un tempo che vede elementi pericolosi”. Come aveva fatto nel 2014 appena eletto ministro della Cultura del governo Renzi, anche questa volta Dario Franceschini, ministro dei Beni e delle Attivita’ culturali e del Turismo del ‘Conte bis’ ha scelto il Museo storico della Liberazione di via Tasso, a Roma, per inaugurare il suo mandato.
Arrivato alle 15.40 circa e atteso da decine di cronisti, il ministro e’ stato accolto da Antonio Parisella, presidente del museo, che ha subito mostrato al ministro un manifesto all’ingresso del sito di via Tasso con la scritta ’25 aprile sempre’ imbrattato con una scritta a penna ‘mai piu”. Da qui, Franceschini ha ripreso a spiegare il significato della sua visita: “Quando si tenta di trasformare le paure in odio c’e’ qualcosa di pericoloso che mette in discussione i nostri valori della democrazia, valori che sono sempre stati condivisi da tutte le forze politiche. Vorremmo che tornasse a essere cosi’. Tutto questo e’ stato invece argomento di scontro politico che ci preoccupa”, ha detto riferendosi all’ex ministro degli Interni, Matteo Salvini.
Per questo, ha aggiunto ancora Franceschini, “ricominciare da qua e’ un segnale soprattutto per i giovani”. Il ministro Pd ha poi visitato gli spazi di via Tasso, comprese le celle dove venivano rinchiusi i prigionieri. “C’e’ una frase di Mussolini del 1919, esattamente un secolo fa, quando in un discorso a Milano disse ‘dobbiamo riuscire a trasformare la paura in odio’.
Mi sembra davvero una frase drammaticamente applicata in una stagione recente che adesso abbiamo chiuso”, ha tenuto a dire ribadendo che “adesso si volta pagina”.
Il dem ha scelto di non parlare di temi legati ai Beni culturali, primo tra tutti quello che riguarda la riforma dell’ex ministro Alberto Bonisoli, con cui gia’ oggi c’e’ stato il passaggio di consegne. “C’e’ tempo”, ha risposto il ministro.
(Dip/ Dire) 18:16 05-09-19

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