Bloccati cristiani e musulmani. Governo: nessuna persecuzione
(DIRE) 4 Set. – In Eritrea, negli ultimi giorni, “sono state chiuse almeno sette scuole, e temiamo che si vada avanti su questo crinale”. A lanciare l’allarme, confermando alla DIRE una notizia di ieri, e’ padre Mussie Zerai, sacerdote cattolico originario di Asmara e fondatore dell’agenzia di informazione ‘Habeisha’.
“I nostri fratelli in Eritrea ci hanno fatto sapere della chiusura di una serie di istituti” dice Zerai, menzionando in particolare la requisizione di una scuola “gestita dai frati cappuccini, a Massaua, nel centro-est del Paese, e due istituti tenuti dai lasalliani, tra cui una scuola elementare e media a Keren, nel nord, e un’altra nel centro-sud, vicino a Mendefera”.
“Era una bella scuola, dava un’istruzione ai figli di tanti contadini” commenta Zerai: “Cosi’ come quella di Massaua, che aveva dato speranza e futuro a tanti giovani. temiamo che, dopo queste scuole, vengano chiuse anche tutte le altre.
Complessivamente, nel Paese ci sono circa 150 istituti cattolici, tra cui 100 asili nido”. La notizia dello stop imposto alle scuole legate a organizzazioni religiose e’ arrivata dopo quella, di giugno, della requisizione degli ospedali gestiti dalla Chiesa.
Nel caso delle strutture sanitarie, la Chiesa aveva reagito, secondo il sito ‘Africa News’, con una lettera che ammetteva la possibilita’ per il governo di rifiutare i servizi della Chiesa, ma non quella di richiederne le proprieta’.
A giugno, Asmara aveva difeso la chiusura degli ospedali citando un regolamento delle attivita’ degli istituti religiosi risalenti al 1995. A essere colpiti dalle requisizioni di ieri non sarebbero stati solo gli istituti cattolici: il governo avrebbe infatti ordinato anche la cessione delle scuole musulmane e afferenti alle altre confessioni cristiane.
In un editoriale non firmato della scorsa settimana, rilanciato su Twitter dal ministro dell’informazione Yemane Meskel, il giornale “Eritrea Profile” ha negato la validita’ delle accuse di persecuzione religiosa nei confronti del governo.
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