Reggio Calabria – Costruire una rete per favorire il rispetto dei diritti e delle garanzie processuali dei minori vittime di reati, la loro tutela in base a specifiche esigenze legate ad età e personalità anche fuori dalle aule giudiziarie, la rimozione del rischio di nuovi traumi e la rottura della catena della violenza per evitare che venga riproposta da chi l’ha subita, la possibilità di voltare pagina al più presto, attraverso la presentazione di una metodologia transnazionale, l’individuazione di possibili declinazioni della medesima nel contesto italiano, l’identificazione di proposte di miglioramento e di riforma del sistema di protezione. È questo l’obiettivo dell’incontro svoltosi a Palazzo Alvaro e promosso dal Dipartimento Giustizia Minorile e di Comunità del Ministero della Giustizia e dall’associazione “Defence for Children International Italia”, al quale hanno partecipato soggetti strategici quali rappresentanti di servizi sociali e sanitari dell’Azienda Ospedaliera e dell’Azienda Sanitaria come, di Procura e Tribunali Minorili ed Ordinari, delle Forze dell’ordine, dell’Università della Calabria e dell’Università “Dante Alighieri”, delle Camere Minorili, dell’Ordine dei Medici, della Società Italiana di Pediatria e dell’Ufficio del Garante Regionale per l’Infanzia e l’Adolescenza diretto da Antonio Marziale e dall’Ufficio del Garante Metropolitano per l’Infanzia e l’Adolescenza condotto da Emanuele Mattia. Spunto per la discussione per la tappa reggina del tour italiano, organizzata dal direttore dell’Ufficio Servizi Sociali per Minorenni del Dipartimento di Giustizia Minorile di Reggio Giuseppina Garreffa, legato al progetto europeo “E-protect” ed animata tecnicamente da personalità quali la Dirigente dell’Ufficio Prevenzione della Giustizia Minorile Calabria Isabella Mastropasqua e di Francesca La Civita, Julia Pamias e Gabriella Gallizia di “Defence for Children International Italia”, è stata la direttiva europea 29/2012, caratterizzata da un vuoto nel suo recepimento normativo interno. Da qui, il confronto per individuare best practices, dunque la presentazione della metodologia europea per la valutazione individuale dei minorenni vittime di reato e le condivisione tra i partecipanti, allargando la discussione all’intero sistema di protezione. Infatti, si vuole contribuire a rafforzare l’applicazione dei diritti dei minorenni vittime di reato attraverso l’elaborazione e la condivisione di una metodologia, elaborata a seguito di una serie di seminari consultivi che hanno coinvolto decine di operatori in diversi paesi europei nell’ambito di “E-protect” e condivisa con il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, che possa determinare standard minimi comuni a livello europeo affinché la valutazione individuale venga effettuata secondo criteri e standard comuni rispettosi dei diritti dell’infanzia e conformi al diritto europeo e tenga conto delle esigenze specifiche delle persone minorenni che hanno subito il reato. Alcuni dei partecipanti saranno il 12 settembre a Roma per la presentazione nazionale del documento finale che sintetizzerá i contenuti del tour nazionale.