Grazie a uno studio realizzato dall’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con l’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore di Roma, la Fondazione Irccs Carlo Besta di Milano e l’Universita’ di Palermo, è stato fatto un notevole passo in avanti nella comprensione dei meccanismi che alimentano lo sviluppo del più maligno tra i tumori cerebrali, il glioblastoma multiforme. Infatti, attraverso l’analisi dei tessuti tumorali provenienti da oltre 40 pazienti affetti da questo tipo di tumore e sottoposti a intervento chirurgico dal team guidato da Giulio Maira, ordinario di Neurochirurgia presso L’Università Cattolica-Policlinico di Roma, si è arrivati a una importante scoperta, che apre la strada a nuove sperimentazioni di terapia per curare questa terribile malattia. Lo studio e’ stato pubblicato su Nature e, questa ricerca, apre un nuovo scenario che conforta i clinici: il dottor Roberto Pallini, ricercatore dell’Istituto di Neurochirurgia dell’Universita’ Cattolica di Roma, e coordinatore dello studio assieme al dottor De Maria, afferma che “la scoperta che le cellule staminali tumorali danno origine ai vasi sanguigni dei glioblastomi puo’ avere notevoli implicazioni terapeutiche in quanto l’individuazione di farmaci in grado di bloccare questo processo potrebbe costituire una terapia efficace per la cura di questi terribili tumori”. In effetti, grazie alla tecnologia messa a punto presso la Fondazione Besta e’ stato possibile ricreare in laboratorio i vasi sanguigni tumorali, che sono stati analizzati e confrontati con quelli normali per comprenderne le caratteristiche e i possibili bersagli terapeutici. “L’angiogenesi, cioe’ la capacita’ di stimolare la formazione di nuovi vasi sanguigni – commenta il neurochirurgo Maira – e’ una caratteristica tipica dei tumori maligni ed e’ un elemento essenziale per la crescita del glioblastoma multiforme, il piu’ maligno e purtroppo il più frequente tra i tumori cerebrali. Ricerche recenti hanno ipotizzato che una popolazione di cellule staminali neurali aberranti e’ responsabile dello sviluppo di questo tumore. Il nostro studio ha dimostrato che le cellule staminali del glioblastoma sono in grado di costruire la rete di vasi sanguigni necessari per alimentare e far crescere il tumore, fornendo informazioni rilevanti sul meccanismo con cui i tumori progrediscono”. Nuovi scenari terapeutici quindi si aprono per la cura di molti tumori: “L’abilita’ di queste cellule nel contribuire direttamente alla vascolarizzazione del tumore rappresenta un nuovo meccanismo di angiogenesi e non necessariamente limitato al glioblastoma e che puo’ rappresentare un importante approccio terapeutico per diversi tipi di tumore – spiega Enrico Garaci, presidente dell’Iss -. Allo studio delle alterazioni delle cellule staminali lavoriamo da anni e questa pubblicazione ci conferma l’esistenza delle cellule staminali tumorali su cui da tempo la comunità scientifica discute. Questa ricerca – aggiunge – mette un punto su quello che potra’ essere un cardine importante da cui ripartire per ripensare le strategie terapeutiche future della lotta contro il cancro”.
Antonella Pirrotta