Si riapron le danze

Ebbene sì, da qualche giorno sembra proprio che stiamo entrando in campagna elettorale… I politici stanno cominciando ad affilare i coltelli e a coniare nuovi slogan. Ora è il momento delle sinistre, lo dico al plurale, perché non ce ne è solo una ma più di una e tra un po’ vedremo cosa ne uscirà fuori. Tornando a bomba, le sinistre cominciano per prime ad “ aprire le danze” con le ormai conosciutissime “PRIMARIE”. Ancora non si sa bene chi parteciperà, almeno solo per un personaggio politico v’è certezza e sarebbe Matteo Renzi, il famoso sindaco di Firenze.

Il 16 Settembre Al palazzo della Gran Guardia, davanti all’Arena di Verona, alle 12.15, esattamente mezz’ora dopo l’inizio del ‘comizio’ e mezz’ora prima della fine, il sindaco di Firenze ha detto quello che tutti si aspettavano che dicesse: ”Annuncio ufficialmente la mia, che e’ la nostra, candidatura a guidare l’Italia per i prossimi cinque anni”. Dal Veneto il rottamatore ha iniziato quel tour – Verona, poi tappa alla diga del Vajont, quindi Belluno e Padova – che, su un camper senza nemmeno un simbolo del Pd, lo porterà in giro per l’Italia (somiglia molto al Prodi prima maniera, ma speriamo che non lo emuli in tutto e per tutto). “Alle elezioni – ha ribadito riferendosi non alle primarie ma alle politiche – non ho paura di prendere i voti di chi ha votato centrodestra”. “Voglio stanarvi dalla vostra delusione”, ha aggiunto rivolgendosi ai berlusconiani. Pronto l’abbraccio ironico di Angelino Alfano: “Dice cose talmente simili alle nostre e talmente irrealizzabili nel suo campo che se perde le primarie finirà per votare per noi”. Renzi ha chiesto di essere votato perche’ “venticinque anni fa eravamo senza telefonini, anche i loghi dei partiti erano diversi da quelli di oggi, mentre i leader no, sono gli stessi. Ci candidiamo per dire cosa immaginiamo noi per i prossimi 25 anni. Noi non vogliamo solo cambiare la classe dirigente ma cambiare il futuro dei nostri figli”. Rottamare, rottamare, rottamare tutto, perfino “la subalternità alla cultura della generazione del ’68 che vuole dipingere se stessa come la sola migliore gioventù”.

Le proposte e le idee sembrano belle e giuste, ma bisognerà vedere cosa succederà, cioè se riuscirà lui a cambiare la macchina politica, o se sarà la macchina politica a cambiare lui. Nel frattempo riecco che torna alla ribalta il “cavaliere” sì sì proprio lui Silvio Berlusconi… “Renzi porta avanti le nostre idee, sotto le insegne del Pd”, afferma l’ex premier nel corso dell’intervista ad Alessandro Sallusti direttore del Giornale, facendo un endorsement al candidato democratico alle primarie. “Se Renzi vincesse – ha poi aggiunto – si verificherebbe questo miracolo: Il Pd diventa finalmente un partito socialdemocratico”. Se per Renzi la parola d’ordine è ROTTAMARE, per Berlusconi è “ABOLIREMO L’IMU”, promessa di pulcinella o vera intenzione??? Staremo a vedere… Inoltre afferma che : “Le norme del fiscal compact impediscono la crescita” mostrandosi critico anche nei confronti delle politiche del Governo cui imputa un eccessivo rialzo della tassazione: “Senza abbassare la pressione fiscale – avverte – non si esce dalla recessione”. Berlusconi se la prende anche con la Germania che “non consente che la Bce batta moneta e questo – sottolinea – è un mattone che pesa in maniera tragica”.

Diciamo pure che se Renzi assomiglia, come già ribadito, a Prodi prima maniera, Berlusconi sta tirando fuori il suo classico repertorio di affermazioni e comportamenti, diciamo che per ora si è di fronte ad un classico contrapposto ad un altro classico… Mancano ora da identificare gli altri protagonisti di questo che sembra delinearsi un gran ballo…Non ci resta che stare a vedere e non meravigliarsi troppo se verrà presentato come candidato un cavallo, come fece Caligola, perché con l’andazzo ed i politici che ci troviamo forse forse… Ma a parte l’ironia, non ci resta che stare alla finestra e vedere cosa ci proporranno i vari partiti e che si decidano a riformare questa benedetta legge elettorale, in modo tale che sia il popolo a poter eleggere i propri rappresentanti e non viceversa.

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About the Author: Carlo Viscardi