Fondo Onu: Servono anche vaccini per malattie come morbillo
(DIRE) 29 Apr. – In Yemen i casi di colera sono in costante aumento. Nel primo trimestre 2019 l’ong Medici Senza Frontiere (Msf) ha ammesso 7.938 casi sospetti di colera presso le proprie strutture nei governatorati di Amran, Hajjah, Taiz e Ibb. In questo arco di tempo, scrivono i responsabili in un comunicato, il numero di pazienti trattati dalle equipe di Msf e’ passato da 140 a 2mila a settimana. I risultati dei test diagnostici rapidi mostrano come la percentuale di casi positivi sia aumentata dal 58 al 70 per cento. L’ong internazionale denuncia che il colera e’ endemico nel Paese. Dopo due epidemie scoppiate tra il 2016 e il 2017, era stato messo sotto controllo, ma le autorita’ sanitarie e le organizzazioni medico-umanitarie come Msf hanno continuato a osservare casi in quasi tutti i governatorati. Per affrontare la situazione, Msf chiede un aumento dell’assistenza umanitaria nel paese entrato nel quinto anno di guerra, in particolare con interventi di gestione e potabilizzazione dell’acqua in grado di prevenire la diffusione della malattia. L’aumento dei casi ha spinto l’ong a rafforzare i propri interventi: centri di trattamento per il colera sono stati a aperti a Khamer, con 50 posti letto, e all’ospedale Al-Kuwait di Sana’a. Sono stati poi ampliati e rafforzati i centri a Taiz, Kilo e Ibb, da dove proviene circa la meta’ dei pazienti Msf, mentre a Huth – nel governatorato di Amran, dove il colera e’ particolarmente diffuso – l’ong supporta un centro sanitario locale. Oltre al colera, secondo Medici senza frontiere costituiscono un rischio sanitario anche epidemie di altre malattie prevenibili attraverso il vaccino, come la difterite e il morbillo. “In Yemen sarebbe fondamentale condurre campagne di vaccinazione per evitare epidemie di malattie prevenibili” avverte dallo Yemen Roberto Scaini, medico di Msf. Il conflitto pero’ denuncia l’esperto, “ha danneggiato o distrutto meta’ degli ospedali e reso i farmaci praticamente introvabili. Cosi’ le persone arrivano a morire per disidratazione o per un semplice morbillo”. Un aumento del numero di casi di morbillo e’ stato segnalato tra la fine di dicembre 2018 e il febbraio 2019. Solo nel 2018, le equipe di Msf ad Abs, Haydan, Ibb, Khamer e Taiz hanno curato 1.757 persone con il morbillo. Oggi, dopo una campagna di vaccinazione condotta dal ministero della Salute locale, il numero di casi e’ in lieve diminuzione. Quello in Yemen, evidenzia l’ong, e’ il piu’ grande intervento di Msf in una zona di conflitto, che ha aumentato le proprie attivita’ nel paese dall’inasprirsi del conflitto nel 2015. Oggi lavora in 12 ospedali e centri sanitari e fornisce supporto a oltre 20 strutture in 11 governatorati: Abyan, Aden, Amran, Hajjah, Hodeidah, Ibb, Lahj, Saada, Sanaa, Shabwah e Taiz. Da marzo 2015 a dicembre 2018, le equipe di Msf hanno eseguito 81.102 interventi chirurgici, fornito cure a 119.113 feriti di guerra, fatto nascere 68.702 bambini e curato piu’ di 116.687 casi sospetti di colera. Msf impiega in Yemen piu’ di 2.200 operatori internazionali e locali e fornisce incentivi a 700 dipendenti del ministero della Salute. (Com/Alf/ Dire) 18:08 29-04-19