Levrieri dopati: il dramma dalla Gran Bretagna. La cocaina è tra le sostanze più utilizzate: sempre più cani da corsa morti o trovati positivi

Il doping non è un fenomeno per soli uomini. È noto, infatti, che anche nelle competizioni che vedono l’esibizione di animali vengano utilizzate sostanze che aumentano le perfomance o inibiscono alcune caratteristiche. Tra gli esseri del mondo animale che subiscono maggiormente queste odiose prassi non vi sono solo i cavalli, ma anche i cani, ed in particolare quelli “da corsa” che sono vittime di allevatori e scommettitori senza scrupoli. L’esempio più lampante sono i levrieri da corsa che in Gran Bretagna sono stati trovati positivi alla cocaina: un numero crescente, come riportato in un articolo pubblicato sull’autorevole quotidiano Independent. Questa droga, infatti, sarebbe in grado di rendere gli animali più reattivi e permetterebbe loro di correre più velocemente. Naturalmente ci sono effetti collaterali devastanti: tremori, attacchi d’ansia e anche infarti. Le autorità si stanno muovendo per limitare il fenomeno, affibbiando multe salate agli allevatori i cui cani vengono trovati positivi alla cocaina, ma per un levriero “dopato” scoperto ce ne sono molti altri che sfuggono ai controlli. Nel 2017 su 400mila corse effettuate in Inghilterra sono stati centinaia i casi di cani morti improvvisamente o colti da malore e successivamente soppressi. Il fenomeno è così grave che le associazioni animaliste britanniche hanno chiesto al governo di nominare un organo indipendente che controlli la salute dei cani da corsa. Un campanello d’allarme che dovrebbe riguardare tutte le competizioni in questione ed in ogni paese, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, che invita anche le nostre autorità sanitarie ad intensificare i controlli sul nostro territorio nazionale. È bene ricordare che queste prassi nel nostro Paese sono punite penalmente per la molteplice serie di reati in cui possono incappare coloro che maltrattano in questo modo gli animali che hanno in custodia.

 

c.s. –  Giovanni D’Agata

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