Nel parco Archeologico ce ne sono circa 80
(DIRE) 29 Mar. – “Per quanto strutture come queste siano ben note nel panorama pompeiano, il rinnovarsi della loro scoperta, con anche gli oggetti che accompagnavano l’attivita’ commerciale e dunque la vita di tutti i giorni, continua a trasmettere emozioni intense che ci riportano a quegli istanti tragici dell’eruzione, che pur ci hanno consegnato testimonianze uniche della civilta’ romana”. Cosi’ Alfonsina Russo, direttrice ad interim del Parco archeologico di Pompei, dopo la scoperta dell’ultimo termopolio (tavola calda), recentemente affiorato dagli scavi della Regio V. Il termopolio e’ emerso nello slargo che fa da incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, ormai interamente portato in luce nel cantiere di scavo. L’impianto commerciale e’ parzialmente scavato, in quanto collocato lungo uno dei fronti di scavo, oggetto dell’intervento di messa in sicurezza e consolidamento del Grande Progetto Pompei, che sta interessando gli oltre 3 km di perimetro dell’area non scavata del sito. Le decorazioni del bancone raffigurano su un lato una bella figura di Nereide su cavallo in ambiente marino e dall’altro l’illustrazione, molto probabilmente, dell’attivita’ stessa che si svolgeva nella bottega, quasi come un’insegna commerciale. Il ritrovamento di anfore poste davanti al bancone, al momento dello scavo, rifletteva esattamente l’immagine dipinta. I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi conservati in grandi dolia (giare) incassate nel bancone di mescita in muratura, erano molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa. Nella sola Pompei se ne contano una ottantina. (Com/Elm/Dire) 11:51 29-03-19