(DIRE) Roma, 27 Gen. – “Bisogna uscire dalla spirale ipocrita che sta dominando in queste ore il dibattito sull’immigrazione: i 47 migranti a bordo della Sea Watch sono prima di tutto vittime delle scelte incaute compiute dal comandante della nave, che avrebbe dovuto far rotta sul porto sicuro più vicino, che era in Tunisia. Ma, più in generale, sono vittime della fallimentare gestione europea di un dossier tanto cruciale per il suo impatto politico e sociale”. Lo scrive su Facebook Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato. Poi, aggiunge: “Salvini è stato accusato di essere insieme la causa e l’effetto del cortocircuito che si è prodotto tra Italia e UE sull’immigrazione, e l’ha utilizzata sicuramente come formidabile arma propagandistica compiendo anche errori non lievi come la promessa irrealizzabile dei rimpatri facili. Ma la causa originaria di questa crisi va ricercata altrove, e in particolare a Bruxelles, visto che dal 2013 ad oggi la collaborazione tra Commissione europea e Italia sull’immigrazione si è rivelata solo un dialogo tra sordi, perchè l’UE si è dimostrata totalmente incapace di coniugare solidarietà e sicurezza, limitandosi a una serie infinita di direttive assurde, contraddittorie e soprattutto disattese, senza mai riuscire a indirizzare gli Stati membri verso una comune politica migratoria, e questa inconcludenza ha finito per mettere in discussione sia la validità di Schengen che la realizzazione di un efficiente sistema comune di asilo europeo. Per cui la richiesta di asilo in Italia è divenuta di fatto, per anni, specie dopo la chiusura della rotta balcanica, l’unico canale aperto di accesso per gli immigrati. La politica dei porti chiusi non è altro, dunque, che la risposta italiana a quella delle porte chiuse praticata per anni dagli altri Paesi europei che ora si ergono a professori di solidarietà e a difensori dei diritti umani”, conclude. (Com/Anb/ Dire) 17:44 27-01-19
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