Nicolò sull’attuazione della legge per il recupero e la redistribuzione delle eccedenze alimentari

“A distanza di quasi quattro mesi dalla sua entrata in vigore, la legge regionale per la promozione dell’attività di recupero e ridistribuzione delle eccedenze alimentari per contrastare la povertà e il disagio sociale non può ancora dispiegare i suoi effetti per l’assenza degli adempimenti conseguenti di competenza della Giunta. Circostanza che – afferma il consigliere regionale autore della legge, Alessandro Nicolò – impone di accertare, attraverso un’interrogazione ad hoc, le ragioni che hanno ostacolato l’iter di un testo normativo dai molteplici virtuosi obiettivi, essendo mirata ad introdurre un modello regionale per contrastare la povertà emergente e contro gli sprechi, riducendo, fra l’altro, l’impatto ambientale e sollevando gli agricoltori dall’onere gravoso dei ‘prodotti da albero non raccolti’”. Con queste parole, Alessandro Nicolò illustra i contenuti dell’interrogazione con richiesta di risposta scritta al Presidente della Regione “in ordine all’attuazione degli interventi di competenza della Giunta previsti dalla Legge regionale n. 27/2018 dalla cui attuazione, peraltro, non derivano nuovi oneri finanziari a carico del Bilancio regionale”. “Pubblicata sul BURC n. 83 del 6 agosto c.a. ed entrata in vigore il giorno successivo, la legge 27 rischia di rimanere legge-manifesto, priva cioè di sostanziale efficacia, attesa l’inerzia della Giunta rispetto alla mancata adozione degli atti conseguenziali che insistono in capo alla stessa, così come espressamente previsto dall’art. 4 della legge regionale de quo secondo cui: ‘La Giunta regionale, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, stabilisce le modalità per l’analisi del fabbisogno e della valutazione degli effetti delle politiche distributive ivi previste e i criteri per la determinazione della soglia di povertà e di disagio sociale. Non si comprendono – prosegue il consigliere regionale – le ragioni di questo ritardo soprattutto alla luce degli ultimi report Istat secondo cui in Calabria si registra l’incidenza maggiore della povertà relativa e dove una famiglia su tre vive sotto la soglia di povertà, il 35,3%, un dato superiore di otto volte a quello della Valle D’Aosta. La misura introdotta – da realizzare in collaborazione con enti, mondo delle cooperative e del volontariato e con la sinergia tra i soggetti attuatori e gli operatori del settore agroalimentare e della ristorazione collettiva – potrebbe costituire uno dei supporti indispensabili nella rete degli interventi di contrasto alla povertà e al disagio sociale essendo le eccedenze destinate a soggetti bisognosi (indigenti, emarginati, persone escluse dai circuiti produttivi, donne vittime di violenza, madri sole, genitori separati in difficoltà). Un modello di economia circolare, trattandosi di prodotti alimentari, agricoli e agro-alimentari che – fermo restando il mantenimento dei requisiti di igiene e sicurezza del prodotto – sono a titolo esemplificativo: invenduti o non somministrati per carenza di domanda; rimanenze di attività promozionali; ritirati dalla vendita in quanto non conformi dal punto di vista formale ai requisiti aziendali o non idonei alla commercializzazione per alterazioni dell’imballaggio secondario che non inficiano le adeguate condizioni di conservazione”. “Peraltro – aggiunge Alessandro Nicolò – la legge ha anche obiettivi di sostenibilità e rispetto dell’ambiente nonché di aiuto al sistema agricolo essendo finalizzata da un lato alla riduzione dei rifiuti alimentari i quali rappresentano un danno per il clima, la terra e la biodiversità; dall’altra, alla risoluzione della problematica dei ‘prodotti da albero non raccolti’, il cui smaltimento pesa sui coltivatori, con l’effetto di incoraggiare il sistema delle piccole e medie imprese in Calabria, settore fondamentale nelle politiche di promozione della regione”. “In considerazione di quanto sopra esposto – conclude l’esponente politico di FdI -chiedo di conoscere quale sia lo stato dell’arte rispetto agli adempimenti di competenza della Giunta regionale previsti dall’art. 4 della Legge regionale n. 27/2018”.

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