Alimenta e speculazioni in atto sui prezzi della vendemmia. (DIRE) 10 Nov. – “Dallo spumante si estende al vino il via libera della Commissione Europea al falso Made in Italy nel bicchiere, con la cancellazione dell’indicazione dell’origine delle uve dalle bottiglie di Chardonnay, Merlot, Cabernet, Sauvignon e Shiraz, con grave danno per un settore che nel 2018 ha fatto segnare il record delle esportazioni, con un aumento del 4% nei primi sette mesi dell’anno”. A denunciarlo e’ la Coldiretti in riferimento alla modifica del regolamento 607/09 sulla etichettatura dei vini predisposta dalla Commissione Ue e trasmessa al Consiglio e al Parlamento per la procedura di adozione definitiva. “Una scelta grave contro la quale- sottolinea Coldiretti- e’ necessaria una decisa opposizione dell’Italia a tutela di produttori e cittadini”. Il testo prevede, spiega la Coldiretti, “la possibilita’ di estendere ai cosiddetti vini varietali, cioe’ ottenuti da varieta’ internazionali coltivate in Italia, la possibilita’ introdotta per gli spumanti generici, cioe’ non a denominazione Doc e Igt, di indicare in etichetta solo il paese di origine nel quale avviene la spumantizzazione, ma non quello dal quale provengono le uve”. In questo modo “sara’ possibile fare in ‘laboratorio’ vino italiano- sottolinea l’associazione agricola- usando vini o mosti provenienti da altri Paesi, come la Spagna, per essere poi venduto specie sui mercati esteri sotto la copertura di simboli e marchi tricolori ma senza alcun legame con i vigneti ed il territorio nazionale”. Una situazione che “alimenta le speculazioni e gli sciacallaggi in atto sulla vendemmia 2018 con ingiustificate riduzioni a due cifre dei prezzi del vino riconosciuti ai produttori giustificato con l’aumento della produzione che in realta’ quest’anno e’ il linea con la media del decennio”. “Si tratta di un grave passo indietro- rileva Coldiretti- che va a colpire un settore che ha fatto da apripista alle politiche sull’origine, gia’ peraltro minacciato da altre decisioni assunte dall’Unione Europea che non tutelano la qualita’ del prodotto e la trasparenza verso i consumatori”. E’ il caso, ad esempio, “dello zuccheraggio- ricorda Coldiretti- l’aggiunta di zucchero al vino che l’Ue consente ai Paesi del centro e nord Europa ma anche il via libera al vino senza uva con l’autorizzazione alla produzione e commercializzazioni di vini ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi e ribes molto diffusi nei Paesi dell’Est”. Si tratta di pratiche che “in Italia sarebbero punite anche come reato di frode ma che all’estero sono invece permesse con evidente contraddizione favorita dall’estensione della produzione a territori non sempre vocati e senza una radicata cultura enologica che con la globalizzazione degli scambi colpisce direttamente anche i consumatori di paesi con una storia del vino millenaria”. E l’Ue “tollera anche la vendita sul mercato comunitario- conclude la Coldiretti- di pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette piu’ prestigiose con la semplice aggiunta di acqua”. (Com/Ran/Dire) 17:46 10-11-18