Dopo sette anni di arresti domiciliari Suu Kyi è stata rilasciata così come era stato promesso prima delle elezioni in Birmania. La sessantacinquenne paladina del partito democratico birmano ha affermato di essere stata trattata con rispetto in questi lunghi anni di prigionia.
Una folla di 40 mila birmani ha applaudito e festeggiato il primo discorso pubblico di Suu Kyi, che ha coinvolto i suoi sostenitori e li ha incoraggiati nuovamente ad esprimersi in favore della democrazia, della libertà e per il riconoscimento dei diritti umani. La Lega Nazionale per la Democrazia, il partito fondato da Suu Kyi, premio Nobel per la pace, si batte proprio in questo senso e dovrà in questa nuova fase politica cercare di agire in maniera più incisiva per tentare di riportare la democrazia nel paese governato attualmente solo dal partito dei generali. Tra le richieste della donna la cessazione dell’embargo voluto dagli USA che affama il popolo birmano.
Suu Kyi si propone come mediatrice con Than Shwe, il generale numero uno nella giunta di governo. Molto dipende dal modo in cui quest’ultimo deciderà di collaborare. Forse per il popolo birmano sta per cominciare una nuova era.
Fabrizio Pace