Le indagini non solo hanno permesso di scoprire i responsabili, ma hanno anche consentito di delineare il modus operandi usato per portare a termine l’estorsione. Tutto parte dal furto del motociclo della vittima che, successivamente, viene avvicinata da una persona che si offre di fare da intermediario ed attivarsi per farle ritrovare il proprio mezzo. Quindi il complice ottiene il numero di telefono dalla vittima, in modo da poterla ricontattare successivamente. Pochi giorni dopo avviene il contatto e il mediatore propone alla vittima la restituzione del mezzo rubato in cambio di una somma di denaro, con l’avvertimento che, nel caso in cui non fosse stato corrisposto il prezzo per la restituzione, il motorino non sarebbe stato più trovato. Una volta trovato l’accordo le parti prendono appuntamento per la restituzione del motociclo e la consegna del denaro.
Le indagini dei Carabinieri si sono sviluppate attraverso una scrupolosa analisi del traffico del telefono utilizzato per compiere l’estorsione e una attenta visione dei video estrapolati dalle telecamere pubbliche e private insistenti sulla zona, che hanno permesso di accertare quanto accaduto, di ricostruire l’intera vicenda e di individuare i responsabili. Gli elementi raccolti dai militari dell’Arma hanno indotto l’Autorità Giudiziaria ad emettere un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per i due uomini che sono stati tradotti dai militari del Nucleo Operativo presso la Casa Circondariale di Messina Gazzi. Sono molteplici gli episodi che sono stati analizzati dai Carabinieri della Compagnia di Messina Centro nel corso delle indagini ed altri sono in corso di analisi, anche al fine di verificare quante vittime abbiano accettato di pagare del denaro per ricevere indietro i mezzi rubati, non rivolgendosi quindi alle forze dell’ordine per assicurare alla giustizia i responsabili di tali reati.
fonte – Comando Provinciale di Messina – Messina, 22/08/2018 15:39 – Carabinieri.it