Prime elezioni libere in Libia. Dal crollo del regime di Gheddafi, il paese sta lentamente cercando di diventare un paese democratico, e queste elezioni possono essere lo spartiacque decisivo per la nuova Libia che verrà. Sono passati infatti 43 anni dalle ultime elezioni libere, un’eternità se pensiamo la velocità con cui il mondo sta mutando in continuazione. Molte le facce nuove nei cartelloni elettorali fra le strade di Tripoli, oramai abituate da tempo a vedere il viso plastico del Rais: facce nuove, facce sconosciute, vecchi, giovani, anche qualche donna. La speranza è altissima, così come la preoccupazione per un paese che ancora è ostaggio delle forze militari delle tribù che un tempo sostenevano il Rais. Inoltre nel paese rimane la capacità militare delle bande armate che hanno fatto la Rivoluzione, come quella di Misurata o quella di Zintan, che mai hanno consegnato al governo le loro armi o il controllo del territorio. Sullo sfondo di un quadro molto pericoloso si affaccia anche il tema Islam. Durante il regime di Gheddafi, la Libia aveva subito un processo di laicizzazione che adesso è praticamente finito: oggi i gruppi politici meglio organizzati sono quelli votati all’Islam, parenti diretti della Fratellanza Musulmana oppure di incerta derivazione pentitista dal jihadismo terrorista.
Salvatore Borruto