La mia considerazione o riflessione per meglio dire, parte oggi da un qualcosa che ho letto che riportava un mio condiviso concetto secondo il quale, dal prossimo anno nelle scuole Italiane ci saranno solo studentesse e studenti nati in quelli che mi piace definire anni Zero. Una nuova generazione digitale su cui si legge e si discute ormai da un po’ di tempo in rete dove, ormai si trova di tutto, entrando inevitabilmente nella stessa scuola apice esempio virtuoso di un luogo dove ormai contiene una per me strana e discutibile forma di accettazione a questo nuovo modo di trasmettere cultura pronta ma solo perché convinta di essere preparata, nell’accettare questa nuova sfida culturale rappresentata dai nostri tempi ormai irrimediabilmente privi secondo me di “conoscenza” intesa come cultura a 360°. Se oggi è inconfutabilmente vero perché comprovato dai fatti che il digitale sia il reale, la GENESI ZERO per come mi piace definirla, è anzitutto l’estensione dell’io di un adolescente nel proprio mondo social. Oggi sarebbe da pazzi solo immaginare per un genitore, insegnante, educatore che sia, pensare l’identità di una ragazza o di un ragazzo prescindendo dalla rappresentazione del proprio sé nel mondo digitale, che diventa appunto una vera e propria estensione del proprio io. Un adolescente oggi è anche e soprattutto l’immagine che condivide di sé e che conferma ogni giorno a suon di post. Siamo ciò che connettiamo e questo mi fa muovere verso un dover riflettere su come risponde oggi la comunità che in questo campo la trovo, ancora un po’ troppo priva di vere e concrete risposte. In un tempo non troppo lontano, i genitori erano quelli che non facevano uscire i figli per paura dei pericoli, mentre oggi il rischio di chi è padre o madre è di riuscire ad arginare i rischi del digitale, senza però perdere di vista la “normalità”. In questo senso ritengo sia decisivo lo spazio che dobbiamo ritagliarci per riflettere su un urgente bisogno di questa società del dover al più presto rielaborare il sistema scolastico in funzione soprattutto a questioni fondamentali com’è quella delle persistenze sulla rete, della comunicazione e della relazione a fronte di uno stato mutevole come quello adolescenziale. La Genesi Zero, da questo punto di vista mi sembra rappresentare un passaggio triste di non ritorno se penso a tutti quegli insegnanti che sistematicamente recriminano di non essere assolutamente ascoltati da questa nuova generazione di giovani evidentemente peggiorata, o molto più semplicemente indottrinata culturalmente in modo diverso. Personalmente sono convinto che mai come oggi sia giunto il momento di domandarci sul chi siano questi nuovi ragazzi. Mi rendo conto di quanto sia complicato andare a fondo a questa mia banale affermazione, che come tale rischia di finire sempre in una specie di partita dove da una parte ci sono i presunti innovatori e dall’altra quella sempre più debole formata dai cosiddetti conservatori. Resta che bisogna mettersi in guardia dalle derive che tutti ormai conosciamo, insistendo molto difronte alla grande prospettiva di libertà che è oggi alla portata delle nuove generazioni proprio partendo dalla nuova realtà ormai consolidata rappresentata dal digitale. Mi piace porre l’accento quanto ancora lontani siamo se penso a questa nuova generazione che per quelli come me è ancora tutta da conoscere. Ecco, il mettere a tema da parte dei tutti una questione sostanzialmente così decisiva credo sia anzitutto un non dover assolutamente indietreggiare ancora una volta difronte all’ennesima sfida che il correre della civiltà ci pone oggi davanti ai nostri occhi, partendo da quel punto per me indiscutibile, su quale sarà il futuro della scuola nel suo continuare a dover esistere come punto cardine di un nuovo “sapere”, ma sempre di più al passo con un futuro molto più degno e decoroso di quello che è quello attuale. La domanda che mi pongo e che giro volentieri a chi ora legge è perché ancora oggi ci s’insabbia su questi temi in difficili esercizi intellettuali? Per terminare io credo che i ragazzi oggi sono come spugne che assorbono tutto senza filtri imparando in modo pedante. Quelli che potrebbero e dovrebbero insegnare loro davvero qualcosa di nuovo rimanendo al passo con i tempi, sono invece troppo spesso legati a ormai antiquate regole e programmi da inculcare che seguono con eccessivo scrupolo quasi maniacale andando senza volerlo o accorgersene a indicare un indirizzo di visione del mondo in una sorta di cultura al rovescio.
Gattuso Maurizio Domenico