Lavoro: nel 2017 livello massimo di contratti a tempo determinato

Il mercato del lavoro in Italia , nel 2017, mostra un trend in miglioramento anche se ad un passo più lento rispetto all’anno precedente. Lo rivela l’ultima indagine trimestrale  sull’occupazione fornita congiuntamente dall’Istat, dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dall’Inps, dall’Inail e dall’Anpal,  ottenuta con  riferimento ai dati  del 4° trimestre 2017.
In particolare si evince che :

nel  2015 / 2016 crescono le assunzioni stabili trainate dagli incentivi contributivi;

nel 2017  i contratti a tempo indeterminato diminuiscono sensibilmente e tornano ai livelli del 2014: le attivazioni stabili e le trasformazioni in rapporto di lavoro stabile sono  2.220.000 rispetto ai 2.488.000 del 2016 con un calo del 10,77%;

nel quarto trimestre 2017: si raggiunge il livello massimo di attivazioni di contratti a tempo determinato (1 milione 891 mila) valore più alto in assoluto dal 2011; di contro livello minimo di  attivazioni e di trasformazioni di contratti a tempo indeterminato  (519 mila).

quarto trimestre 2017 : aumenta il numero di lavoratori “a chiamata” o “intermittenti” +69,2% rispetto allo stesso trimestre 2016. Aumento avvenuto comunque “a tassi leggermente meno forti” rispetto ai due trimestri precedenti quando il forte incremento era cominciato a seguito dell’abrogazione dei voucher, aboliti dal legislatore a partire dalla metà dello scorso mese di marzo e sostituiti, da luglio e solo per le imprese con meno di 6 dipendenti, dai nuovi contratti di prestazione occasionale.  Analogamente prosegue il significativo aumento del numero dei lavoratori in somministrazione ,+26,9% .

 quarto trimestre 2017:  sulla base delle comunicazioni obbligatorie  rese dal ministero del Lavoro, aumentano di  circa 443 mila  unità i lavoratori dipendenti  rispetto al quarto trimestre del 2016 . Di queste, 40 mila sono a tempo indeterminato (incluso l’apprendistato), 403 mila a tempo determinato (incluso il lavoro stagionale). In crescita il tasso di occupazione destagionalizzato , soprattutto nel settore dei servizi, risultato pari al 58,1%.

Diminuiscono inoltre le persone in cerca di lavoro, -247mila, e gli inattivi -118mila.

Aumenta l’occupazione anche per i giovani ma solo in termini tendenziali mentre viene definito “significativo” l’impatto dell’invecchiamento della popolazione sul mercato del lavoro che spiega così “la crescita del numero degli ultracinquantenni in cerca di occupazione, indotta anche dall’allungamento dell’età pensionabile”.

In calo, tra ottobre e dicembre 2017, il numero degli infortuni sul lavoro fermi a quota 132 mila con una diminuzione di 3.312 denunce rispetto all’anno precedente. Stabili invece le denunce di morti sul lavoro, aumentate di 1 sola unità (da 180 a 181) nei trimestri a confronto.

In base al rapporto  “si conferma dunque una tendenza, seppure lieve, all’incremento congiunturale dell’occupazione, con un rallentamento della crescita su base annua”. L’input di lavoro misurato in termini di Ula (Unità di lavoro equivalenti a tempo pieno) mostra incrementi di produttività del lavoro,  ma evidenzia una dinamica di crescita  più debole rispetto a quella del PIL (sia sotto il profilo congiunturale +0,1% che  in termini tendenziali +1,2%).Considerando l’ultimo decennio (2008-2017), il tasso di occupazione aumenta di quasi tre punti percentuali rispetto al  valore minimo del terzo trimestre 2013 – 55,4% – proseguendo nella tendenza al recupero dei livelli massimi pre-crisi.

MS

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