Deborah Molinaro (FI): “I numeri parlano chiaro e Putin rimane lo Zar della Russia”

“Penseremo al futuro della nostra grande patria, al futuro dei nostri figli e agendo così senza dubbio siamo condannati al successo”. Con queste parole il Presidente Vladimir Putin ha ringraziato gli elettori che lo hanno riconfermato per la quarta volta con il 76%, aumentando il consenso che nel 2012 si era arrestato al 63%. Il motivo di queste percentuali che si potrebbero definire “bulgare” è semplice e si può riassumere in alcuni dati percentuali: il PIL procapite si è triplicato, la disoccupazione è scesa dal 13% al 5,2%, l’inflazione è ora al 2,5% (dal 36,5%).  In meno di 20 anni è stato capace di erigere uno stato distrutto a potenza economica e militare mondiale, il tutto difendendo sempre gli interessi nazionali, preservando la sicurezza interna e instaurando livelli democratici elevati per gli standard storici del paese.  Sostanzialmente il popolo lo ama perché, inutile negare, Putin incarna alcune delle caratteristiche fondamentali che un Capo di Stato deve necessariamente possedere: é simbolo di stabilità e affidabilità.  Appare quindi fuori luogo la classica critica del mondo radical che accusa il paese di deficit democratico. Così facendo si commette un grave errore di valutazione, cadendo nell’errore di analizzare la società e le istituzioni russe con occhi occidentali e ignorando il background completamente differente della civiltà ortodossa.  L’Europa in tutto ciò non deve commettere l’errore di rimanere accecata dalla russofobia diffusa un po’ ovunque: la Russia vede l’Occidente sempre più ostile e, proprio per questo, l’Europa dovrebbe farsi promotrice di una collaborazione proficua tra le potenze mondiali, in primis l’America.

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