Apprendiamo a mezzo stampa dello sconvolgimento prodotto a seguito dell’emendamento di delibera del Consiglio Metropolitano n. 92, e successiva approvazione del Consiglio Metropolitano n. 56, riferita all’ambito formativo degli istituti scolastici di secondo grado, che ha coinvolto e provocato il disappunto di studenti e docenti dello storico Istituto Tecnico Economico “R. Piria” di Reggio Calabria. Forte è stata la reazione degli interessati che nei giorni scorsi hanno manifestato in massa, in piazza Italia, davanti Palazzo Alvaro, sede della Città Metropolitana. In tale occasione, avvenuta il 18 c.m., pare che il Sindaco Giuseppe Falcomatà, pur trovandosi in sede, abbia dato disposizioni di comunicare la propria assenza alla folla manifestante. Successivamente la manifestazione si è spostata presso la sede del Consiglio Regionale di Palazzo Campanella, in concomitanza con la seduta pomeridiana del Consiglio. Qui, studenti e docenti sono stati ricevuti dal Presidente del Consiglio e da alcuni Consiglieri sia di maggioranza che opposizione, i quali, pur assicurando il loro interessamento avrebbero scaricato la responsabilità della “decisione in merito alla questione”, interamente sulla Città Metropolitana, Ente competente a modificare il provvedimento. Tale decisione ha provocato evidente sconcerto nella popolazione reggina, tant’è che in breve tempo sono state raccolte circa 4000 firme in difesa dell’Istituto Tecnico Economico “R. Piria” di Reggio Calabria. Si è registrato, inoltre, l’intervento del “Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Regione Calabria”, il quale ha interloquito con i docenti e i ragazzi presenti. I Sindacati Cgil – Cisl Scuola, unitamente a Snals e Gilda, hanno definito le disposizioni scaturite dall’emendamento un dimensionamento coatto, senza alcun confronto con le parti interessate. A dir poco ridicola è la difesa mediatica imbastita dall’Amministrazione, apparsa sulla stampa, secondo cui l’accorpamento forzato dei tre Istituti scolastici: Piria – Ferraris – Da Empoli, sarebbe da ricondursi a – scelte logiche e dettate dal risparmio – coinvolgendo altresì il settore di Formazione Professionale che gestisce i centri, il quale, secondo una nota diffusa a mezzo stampa, avrebbe indicato all’Amministrazione una soluzione economicamente vantaggiosa per l’Ente (invero con un mero risparmio di poche migliaia di euro l’anno); soluzione che prevederebbe la soppressione, ovvero l’ accorpamento, del CFP ex Iniasa allocato in via Pio XI (zona centro-sud della Città), nato negli anni ‘70 come sede del Ministero del Lavoro e, successivamente, con la Regione Calabria ed infine delegato alla Provincia. Il CFP ex Iniasa, che vanta un curriculum di tutto rispetto, è attualmente l’unico Centro accreditato dalla Regione Calabria ottemperante alle prescrizioni impartite dal Decreto Legislativo 81 del 2008, altrimenti noto come “Testo unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, in quanto strutturalmente dotato di tutti i dispositivi di sicurezza. In definitiva la Città Metropolitana si dovrà assumere anche la responsabilità di aver cancellato – dopo quasi mezzo secolo – un gioiello nell’ambito dell’attività formativa, apprezzato dalla numerosa utenza e dalle autorità regionali e provinciali, la cui fondazione è riconducibile al pioniere della Formazione Professionale, il compianto Avv. Ferdinando Adornato a cui si pensava intitolarlo. Il dimensionamento, ad ogni modo, ha scontentato tutti ed in prospettiva creerà certamente disagio e confusione, sia negli ambiti di intervento con un peggioramento della situazione generale, ma anche dal punto di vista logistico, didattico e formativo; determinando d’altro canto disaffezione generale verso la neonata Istituzione Metropolitana. L’Associazione “La Città Metropolitana per lo sviluppo della Calabria”, interpretando il pensiero dei quattromila cittadini reggini che hanno sottoscritto la petizione, chiede al Sindaco, al Vicesindaco ed al Consiglio Metropolitano, di fare un passo indietro riguardo le decisioni assunte, al fine di andare incontro alle esigenze dei circa 1400 studenti, alle famiglie di questi e non ultimo al personale ATA e Docente di quello che a ragione può essere definito il più antico Istituto reggino attualmente esistente. Si faccia ciò nell’interesse della Cittadinanza reggina al fine di una crescita sociale collettiva, privilegiando il dialogo costruttivo senza inutili attese di legittimazioni da parte delle Istituzioni esterne.
Reggio Calabria sabato 20 gennaio 2018 Il Presidente
Avv. Antonino MINICUCI