E’ degli ultimi giorni la notizia dell’allarme lanciato dal Ministro degli interni, Annamaria Cancellieri, affermando le fondate preoccupazioni sul pericolo di un nuovo exploit di Terrorismo ed un ritorno ai famigerati “anni di piombo”. Certo il Substrato sociale ed economico, in cui ci troviamo, di certo non aiuta, anzi è terreno fertile per quella rinascita di antipolitica che è alimentata dallo scontento, dalla delusione e da tutti quei sentimenti di avversione contro lo stato “esattore” quasi totalmente assente; una classe politica “latitante” se non completamente concentrata a tirare a campare contro le bordate delle varie inchieste giudiziarie; “tecnici” che predicano rigore e morigeratezza, ma anche loro indagati. E’ logico che nell’opinione pubblica cominci a serpeggiare e rinvigorirsi quel sentimento di “ANTIPOLITICA”. Di certo ne sono esempio i “grillini” o M5S, che lo incarnano, dimostrando di riuscire a cavalcare l’onda del malcontento generale. La cosa che fa’ tremare è il “rigurgito” del TERRORISMO, degli agguati e delle scritte che cominciano a ricomparire sui muri oppure su manifesti abusivi. Ne è un esempio l’attentato all’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi, rivendicato dal F.A.I. (Federazione Anarchica Informale). Gli obiettivi sensibili sono identificati in 14000, afferma il Viminale, e 18000 sono le unità a disposizione, un po’ pochine azzarderei affermare. I soldi sono pochi (il rigore lo impone), bisogna usare più intelligence, afferma il Ministro Cancellieri. Napolitano ribadisce che bisogna difendere gli “ideali supremi” della Libertà e Democrazia, facendo fronte unito alla sfida mortale del terrorismo interno. I sindacati, intanto, sfilano per le vie di Genova contro tali atti; Regione, Comune e Provincia lanciano appelli di unità e solidarietà, raccolti dalla popolazione, tutti desiderosi di esorcizzare la paura di un ritorno degli “anni di Piombo”. Cosa Fare ? Purtroppo uomini come il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa non ce ne sono più, e in questa congiuntura dovrebbe essere la politica, o meglio i politici a rispondere alle domande ed alle richieste della popolazione, scendendo in mezzo alla gente e dimostrando che non sono “Casta” ma persone normali elette dal popolo al servizio del popolo, e non viceversa; così da mettere fine a quel clima di avversione politica (antipolitica), che sta dilagando nel nostro paese, perché come dice un antico adagio : “chi è cagion dei suoi mal, pianga se stesso”.