È dicembre ed è tempo di consuntivi; ci pensa, dunque, il Barometro CRIF a sottolineare alcuni dati, in apparenza allarmanti, ma, in sostanza, testimonianza di quella ripresa economica di cui da tanti mesi sentiamo parlare. Partiamo dal dato: a ottobre di quest’anno si è registrata una flessione negativa del 20,4%, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, della richiesta dei mutui da parte delle famiglie. Niente panico, però, perché la causa principale di questo “crollo” è da ricondursi al calo delle richieste di Surroga, ormai in forte discesa da molti mesi. Cerchiamo di capire come questo dato rappresenti, in fondo, una buona notizia. Era il 2007 quando furono introdotti alcuni provvedimenti destinati a cambiare il mercato dei mutui. Erano tempi in cui tassi di interesse erano molto alti e le norme decisamente più rigide; con il famoso Decreto Bersani fu concessa la possibilità di trasferire ad un’altra banca, in modo completamente gratuito, un mutuo già in essere, approfittando di condizioni economiche più convenienti e vantaggiose. Fu dato inizio alla ben nota Surroga, che ha permesso non solo di liberalizzare il mercato e di togliere potere contrattuale a quegli istituti di credito che, bisogna dirlo, approfittavano dell’obbligo che il cliente contraeva nel momento in cui firmava il contratto, ma ha consentito anche ai cittadini di accendere un mutuo a cuor più leggero, in quanto consapevoli di avere acquisito il diritto di poterlo eventualmente cambiare (opinioni e consigli sulla surroga del mutuo su calcoloratamutuo.org). È in questo contesto che va letto il dato accennato in apertura, ossia il calo della richiesta delle surroghe, come un segnale di saturazione positiva del mercato, poiché, dopo dieci anni, sono oggi ormai pochi i finanziamenti ancora in corso che meritano di essere surrogati. Verrebbe da concludere che l’operazione cominciata grazie alle normative introdotte dalla legge Bersani è andata a buon fine. Se a ciò si aggiunge che il mercato immobiliare in questo periodo risulta particolarmente appetibile, grazie ai tassi di interesse ai minimi storici e ai prezzi delle case, che, seppur in misura sempre minore, continuano a scendere, si può cominciare a riporre una concreta fiducia nella ripresa economica che tutti stiamo attendendo. A conferma arrivano i dati relativi alle effettive richieste di mutui che sono state registrate, secondo i quali crescono dal 44% al 58% i mutui per l’acquisto della prima casa, tendenza che, secondo gli esperti del settore dovrebbe venire confermata durante il prossimo anno. Siamo arrivati, dunque, ad una svolta importante e tutti i segnali sembrano convergere verso una conclusione comune: il mercato dei mutui è stato “ripulito” da quei prodotti creditizi eccessivamente penalizzanti e si prepara adesso a ripartire. E come è risaputo, anche dai meno esperti di economia, quando il mattone sta bene, anche il Paese è in buona salute.