Oggi è trascorso un anno dal primo intervento della Cardiochirurgia del Grande Ospedale Metropolitano “Bianchi-Melacrino-Morelli” di Reggio Calabria, diretta dal dott. Pasquale Fratto. Un data significativa la cui importanza va ben oltre la mera ricorrenza, poiché sigilla ad un anno di distanza l’efficacia di quelle scelte, di quell’impegno, di quelle volontà che hanno condotto all’apertura del reparto. La determinazione della Direzione Strategica guidata dal Direttore Generale, Frank Benedetto, ha permesso di realizzare una struttura d’avanguardia, che vanta personale altamente specializzato e rappresenta un centro d’eccellenza della Sanità calabrese. Per far ciò, l’Ospedale ha profuso un importante sforzo per effettuare in tempi celeri le procedure concorsuali, che hanno portato alla selezione di oltre 70 unità tra chirurghi, anestetisti, infermieri e tecnici specializzati, nonché all’accreditamento della Struttura presso la Regione Calabria e le procedure di gara per le forniture dei presidi sanitari necessari. Particolarmente intensa e difficile è stata poi la fase di start-up, prodromica per l’avvio delle attività cliniche, che ha comportato le procedure di simulazione, avviamento ed interscambio di personale a fini formativi in Convenzione con l’ASST “Niguarda” di Milano. Dal 2 dicembre 2016, data del primo intervento chirurgico, nell’anno di avvio delle attività, l’Unità Operativa Complessa di Cardiochirurgia del G.O.M. di Reggio Calabria ha effettuato oltre 281 interventi per un totale di 4.364 giornate di degenza. I ricavi raggiungono quasi i 5 milioni di euro e rappresentano un dato doppiamente rilevante poiché se da un lato vanno ad incrementare il valore economico della produzione sanitaria dell’Ospedale, dall’altro non rappresentano più, come in passato, una voce passiva nel bilancio della Sanità calabrese determinata dall’emigrazione sanitaria. Da un’analisi dei dati della U.O.C. di Cardiochirurgia emerge che, in questo primo anno, del totale degli interventi effettuati, più del 60% ha riguardato pazienti trattati in regime di urgenza/emergenza. I pazienti provengono per lo più dalla provincia reggina, ma una percentuale non trascurabile ha interessato pazienti di altre province e ancora – dato particolarmente rilevante – il 7% dei casi affrontati nel corso dell’anno riguarda utenti provenienti da fuori regione (ovvero mobilità sanitaria attiva). Sono state trattate tutte le patologie del cuore più complesse, dalla malattia coronarica a quella valvolare, dalla rottura dell’aorta ai tumori cardiaci. I risultati ottenuti in termini di complicanze e sopravvivenza sono in linea con i più importanti Centri ospedalieri nazionali ed internazionali. Cardiochirurgia rappresenta, pertanto, un vero e proprio baluardo per la salute dei reggini, in quanto pone letteralmente un argine alla mobilità passiva verso le altre regioni per patologie cardiologiche, ma rappresenta altrettanto la materializzazione di un diritto: il diritto alla salute, il diritto a curarsi nella propria città, il diritto ad usufruire di una sanità pubblica equa, accessibile ed efficiente.
Staff – Direzione Generale