Importante incontro in Prefettura, lo scorso giovedì 23 novembre, in ordine all’applicazione dell’art. 32, comma 10, del Decreto Legge n. 90/2014, convertito in Legge, nei confronti di due imprese colpite da interdittiva antimafia ed esercenti attività in Reggio Calabria e Vibo Valentia. La norma in parola, infatti, consente ai Prefetti, ricorrendone i presupposti, di nominare amministratori straordinari di tali imprese in caso di “[…] urgente necessità di assicurare il completamento dell’esecuzione del contratto ovvero dell’accordo contrattuale, ovvero la sua prosecuzione al fine di garantire la continuità di funzioni e servizi indifferibili per la tutela di diritti fondamentali, nonché per la salvaguardia dei livelli occupazionali o dell’integrità dei bilanci pubblici […]”. Si tratta di una importante funzione sociale che il Prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, ed il Prefetto di Vibo Valentia, Guido Longo, hanno assolto d’intesa e in raccordo con l’ANAC, avviando un percorso sinergico al fine di garantire la continuità di servizi indifferibili e di pubblico interesse connessi all’attività di accoglienza per migranti richiedenti asilo. La vicenda è legata all’emissione di informazioni antimafia interdittive a carico di due Società, attive in Reggio Calabria e Vibo Valentia, che gestivano, a vario titolo, attività e servizi presso una Struttura di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti asilo. L’incontro è stato proficuo e si è sviluppato all’insegna della collaborazione istituzionale finalizzata ad assicurare il ripristino della legalità nel delicato settore dell’accoglienza ai migranti, che suscita crescenti interessi da parte delle organizzazioni criminali. Tale istanza di tutela antimafia ha così potuto dispiegarsi coniugando al contempo il diritto all’accoglienza dei cittadini stranieri richiedenti asilo con la continuità dell’attività d’impresa ed il mantenimento dei livelli occupazionali.