Vene varicose e capillari fragili sono il segno tangibile di un problema di circolazione sanguigna che non funziona come dovrebbe.Vietato sottovalutare i rischi, oggi si interviene senza aiuto della chirurgia ma con successo, grazie a una terapia più economica e … meno dolorosa
Lo stile di vita adeguato, una moderata attività fisica e l’assunzione di sostanze flebo-toniche anche attraverso la dieta con verdure, agrumi e mirtilli sono tutti fattori che aiutano a prevenire l’insorgenza della malattia venosa cronica. Esordisce così il dottore Elia Diaco, angiologo esperto che da tempo promuove la scleromousse, il trattamento per la cura delle vene varicose da effettuare in ambulatorio, senza bisogno di intervento chirurgico e senza anestesia, permettendo al paziente il ritorno pressoché immediato alle normali abitudini di vita. Diaco spiega che le vene varicose possono provocare danni gravi agli arti inferiori perché la patologia è invalidante e, se non è ben curata, può portare ad una trombosi venosa superficiale con conseguente compromissione della circolazione o dello stato locale delle gambe. I rischi non vanno sottovalutati e il problema deve essere affrontato con tempestività. << Di norma, facciamo una valutazione angiologia e con l’ausilio dell’ecocolordoppler verifichiamo la funzionalità valvolare e il diametro del vaso venoso. La schiuma viene introdotta a diverse concentrazioni all’interno del vaso stesso, il cui diametro massimo può essere di 15millimetri. La mousse si diffonde in pochi secondi, stimolando la cicatrizzazione dell’endotelio della vena in maniera indolore>>, spiega l’angiologo. I dati relativi a questo trattamento sono ormai evidenti e, a parità di efficacia rispetto ad altre terapie, risulta quattro volte più economico ma soprattutto meno doloroso, grazie anche alla recente evoluzione dei farmaci post trattamento. Con la finalità di sensibilizzare le donne sull’importanza della prevenzione delle patologie venose, il dottor Diaco promuove “Miss gambe sempre in forma”, il concorso nato tre anni fa in collaborazione con Miss Italia Calabria e di cui Roberta Morise, conduttrice show girl ne è madrina.
“Dottor Diaco, come si presenta la patologia e quali sono i rischi?”
<< Le donne sono le più colpite, esiste una familiarità che può insorgere con maggiore frequenza tra i soggetti che svolgono un’attività lavorativa che li costringe a stare per molte ore in posizione eretta. E’ importante sottolineare come sia una patologia invalidate: può infatti portare ad una trombosi venosa superficiale e le gambe possono perciò andare incontro alla sindrome post flebitica. Si riscontra con pesantezza delle gambe soprattutto a fine giornata, spesso anche prurito che può produrre eczemi e conseguente ulcerazione della pelle. Quando questi sintomi insorgono, bisogna agire subito >>.
“Come si arriva ad una diagnosi di vene varicose?”
<< La malattia venosa cronica viene esaminata tramite una valutazione angiologia e con l’ausilio dell’ecocolordoppler, che mette in evidenza sia lo stato della funzionalità valvolare, sia il diametro del vaso venoso. La presenza di una incontinenza valvolare crea un’alterazione del funzionamento del normale ritorno venoso con conseguente presenza di rami venosi collaterali, perforanti, venule e teleangectasie che contribuiranno a provocare un danno tissutale (eczema varicoso), con formazioni di lesioni trofiche (ulcere varicose) e successivo danno irreversibile e rischio di trombosi superficiali. Tale evoluzione porta quindi a delle complicanze degli arti inferiori, che possono rapidamente aggravarsi e causare gravi inabilità e difficoltà nella vita quotidiana della persona anziana >>.
“Dottor Diaco, brevemente, ci può illustrare il trattamento che da tempo lei pratica con ottimi risultati?”
<< Non vi è ricovero ed è eseguito senza anestesia. La schiuma, più efficace della forma liquida, con l’aiuto di un ago o butterfly o venflon è introdotta a diverse concentrazioni all’interno di un vaso venoso, il cui calibro massimo può essere di 15millimetri, attraverso la puntura diretta eco-guidata. La mousse iniettata rapidamente, in pochi secondi, sclerotizza in maniera indolore e irreversibile tutte le strutture varicose e incontinenti. Questa tecnica può efficacemente sostituire la tecnica tradizionale chirurgica di stripping e crossectomia in assenza di rischio chirurgico, e di anestesia. La facilità di esecuzione presso l’ambulatorio medico, l’ottima efficacia del trattamento e la rapidità di effettuazione consentono di non interrompere la normale attività lavorativa e, non ultimo, una completa autonomia di gestione >>.
“Ci sono rischi? Chi si può sottoporre a questo trattamento?”
<< Tutti senza limiti di età si possono sottoporre e nelle persone anziane risolve fastidi e disagi quotidiani. La terapia si effettua anche per chi segue una cura anticoagulante >>.
Che cos’è?
L’esecuzione della scleromousse consiste nell’iniettare all’interno della varicose un farmaco sclerosante in forma di schiuma compatta, ottenuta mescolando il farmaco (detergente) con l’aria atmosferica o con gas biocompatibile. L’iniezione avviene tramite due siringhe collegate tra loro da un rubinetto a tre vie. Tale rimedio è conosciuto come “metodo Tessari”, dal nome del medico italiano che per primo tentò una via diversa rispetto a quella brevettata in Inghilterra.
UN DISTURBO DIFFUSO: NE SOFFRE BEN 1 ITALIANO SU 2
SECONDO I DATI EMERSI NEL CORSO DEL XXIV CONGRESSO MONDIALE DI FLEBOLOGIA, TENUTOSI A ROMA NEL 2015. RISULTA CHE 1 ITALIANO SU 2 E’ COLPITO DA QUESTA MALATTIA. L’ETA’ MEDIA DI CHI LA CONTRAE E’ SORPRENDENTEMENTE BASSA (circa 20 anni). E SONO LE DONNE AD ESSERNE MAGGIORMENTE COLPITE, IN UN RAPPORTO DI 2 A 1 RISPETTO AGLI UOMINI. NEL SUD. L’INCIDENZA DI INSUFFICIENZA VENOSA CRONICA E’ DEL 30%. MENTRE AL NORD LA PERCENTUALE SCENDE DI 10 PUNTI. LA PATOLOGIA E’ ANCORA SOTTOVALUTATA: BASTI PENSARE CHE IN INGHILTERRA IL SERVIZIO SANITARIO SPENDE 900 milioni di euro ALL’ANNO. MENTRE IN ITALIA L’INVESTIMENTO DEDICATO AL DISTURBO E’ FERMO A 120 milioni.