18 maggio 1990, due killer uccidono barbaramente Ferdinando Caristena, imprenditore di Gioia Tauro. 5 novembre 2017, la Città di Gioia Tauro, accogliendo significative sensibilità culturali, ne celebra la memoria intitolandogli una via nel corso di una cerimonia svoltasi alla presenza anche di familiari, di numerosi cittadini e di rappresentanti istituzionali. Un fatto significativo e straordinario perché esprime, a più di 27 anni da quell’evento criminoso, forse per la prima volta in modo così dirompente, una abissale distanza dalle ataviche e deplorevoli logiche comportamentali delle famiglie di ‘ndrangheta, in un territorio, quale quello di Gioia Tauro, dove storico quanto profondo è il loro radicamento. La deliberazione consiliare, assunta il 9 dicembre 2016 ed autorizzata con decreto prefettizio del 14 febbraio scorso, previo parere della Deputazione di Storia Patria per la Calabria e della Questura di Reggio Calabria, rappresenta un lento quanto inesorabile processo evolutivo di maturazione e di condanna nei confronti di quelle famiglie criminali, che, secondo quanto emerso in fase processuale, uccidono ritenendo inaccettabile la libera espressione di sentimenti, in un brodo anticulturale di deprecabile pregiudizio . Tuttavia, in gioco, come è emerso in fase dibattimentale, non vi è il solo pregiudizio, quanto piuttosto e in via primaria proprio quella libera espressione di sentimenti. Mi riallaccio in ciò al pensiero del Procuratore Distrettuale della Repubblica, Federico Cafiero De Rhao, che nella lettera indirizzata al giornalista Klaus Davì, ha giudicato meritevole l’iniziativa perché afferma“in modo forte e chiaro che la libertà, in qualunque sua manifestazione, è incoercibile, non è comprimibile, è un diritto fondamentale che nessuno, né tanto meno la criminalità organizzata, potrà elidere dal codice genetico del cittadino democratico”. E’ proprio tale libertà personale a spingere all’omicidio le cosche di ‘ndrangheta, in considerazione che nulla ne minaccia di più il potere. Un cittadino libero, infatti, è il primo nemico delle cosche criminali, i cui interessi presuppongono l’opprimente dominio del territorio e la sudditanza della collettività. Ferdinando Caristena non si era sottoposto a quel presunto “codice d’onore” . Risiede qui l’importanza della cerimonia del 5 novembre scorso, che titola una via a un “cittadino libero” di Gioia Tauro, un cittadino del nostro Paese. Per la sua determinazione assurge a simbolo dei diritti inviolabili sanciti nella Costituzione che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalita` ”. Alle Istituzioni, il compito, da perseguire con costante determinazione, di “rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la liberta` e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. E’, inoltre, una felice coincidenza che proprio il giorno successivo alla cerimonia di intitolazione della “via Ferdinando Caristena” in Gioia Tauro, la Presidenza del Consiglio dei Ministri celebri nella Città di Reggio Calabria il 70° anniversario della nostra Costituzione, inaugurando, all’interno del Palazzo della Città Metropolitana “Corrado Alvaro”, la Mostra denominata “Il viaggio della Costituzione”. Quasi a illuminare il sacrificio di quanti, come il Nostro, in nome dell’inviolabile diritto alla libertà, hanno voluto con coraggio testimoniare e fino in fondo la propria irrinunciabile dignità umana.
Comunicato Stampa – Prefettura Reggio Calabria