E’ stato il terremoto più potente ad avere colpito il Messico da 85 anni a questa parte, uno fra i 50 più violenti mai registrati, quello di magnitudo compresa fra 8,1 e 8,2, scala Richter, avvenuto giovedì 7 settembre, poco prima della mezzanotte locale, le 6,49 ore italiane, lungo le coste del Paese dell’ America settentrionale. Una potenza devastante che ha provocato il panico nel sud e nel centro del Paese, compresa la capitale, dove vivono circa venti milioni di persone. L’epicentro è stato individuato sotto l’oceano Pacifico, 87 km a sudovest di Pijijiapan, a una profondità di 58 chilometri. Il bilancio purtroppo continua ad aggravarsi. Sono 90 le persone uccise. Il governatore dello Stato di Oaxaca, Alejandro Murat, ha spiegato che soltanto nello stato meridionale si contano 71 vittime. Altre 15 persone sono morte nel Chiapas e quattro nella regione di Tabasco. Secondo media locali, Josuè ,un bambino di 11 anni è stato estratto da una abitazione crollata a Juchitan nello stato di Oaxaca, dopo essere rimasto intrappolato durante il violento terremoto. Nonostante questa buona notizia, la situazione appare drammatica. La gente ha abbandonato le case,le scuole sono rimaste chiuse e la città è rimasta senza luce. Il presidente Enrique Peña Nieto, che venerdì ha visitato Oaxaca, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale ed ha incitato la popolazione a mantenere la calma e stare all’ erta nell’ eventualità di forti repliche.
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