Inizio del nuovo anno scolastico: dati, criticità, novità, prospettive

Tra proteste e proposte, ma comunque con tanta voglia da parte di tutte le componenti sociali di giungere al nocciolo delle questioni essenziali finora irrisolte, l’anno scolastico 2017/2018 di fatto riparte giovedì 14 settembre con l’ingresso nelle aule scolastiche degli allievi e l’inizio delle lezioni. Per tutti, giorno più giorno meno, una lunga maratona di nove mesi di lezione, 205 giorni per la Calabria, fatto salvo il minimo dei 200 giorni di lezione previsti dall’art.74 del D.L.297/1994, e termine previsto per sabato 9 giugno 2018. Accanto all’impegno educativo e per la cura degli alunni, purtroppo, emerge il quadro di una scuola pubblica caratterizzata ancora da profonde incertezze, continuando ad essere un cantiere aperto che alimenta incertezze. Proprio per questo diventa essenziale ricostituire tra la gente di scuola le necessarie motivazioni, senza le quali vien meno la possibilità di sostenere adeguatamente non solo ogni ambizione di riforma, anche l’ordinario buon andamento del servizio .Chi ha responsabilità di governo, deve farsene carico. Occorre che il personale della scuola torni a sentirsi davvero protagonista all’interno del sistema,perchè portatore di un bagaglio di professionalità, di competenze, di esperienza di cui chi legifera sulla scuola o la amministra deve tenere adeguatamente conto. Un coinvolgimento più attivo del corpo professionale nella messa a punto di ogni progetto che investa la scuola è una indispensabile scelta di metodo, se si vuole che i processi di innovazione non si risolvano in mere modifiche organizzative, senz’anima e improduttive. Comunque e’ una scuola in cammino quella reggina e calabrese. Una scuola che si interroga per offrire di più e meglio, coniugando il più possibile qualità con equità. Certo con l’aiuto di tutti, insegnanti, dirigenti, enti territoriali al servizio di allievi e famiglie perché il sistema scolastico reggino ,e di tutta la regione, dovrà essere capace di innovarsi rispondendo alle emergenti sfide educative ,ma soprattutto la scuola deve interpretare il suo ruolo formativo e culturale a 360 gradi con più incisività sul territorio. E di questo se ne deve fare una ragione in primis il personale tutto della scuola con annessi e connessi che deriveranno, auspicabilmente , dai provvedimenti che il Governo ha già deliberato e per gli altri che seguiranno nei prossimi mesi.  Assumere il tema dell’elevamento del grado di istruzione dei nostri allievi è una questione che ha molto a che fare con i programmi di sviluppo della regione che vuole superare il proprio ritardo, che vuole fare i conti con le proprie risorse e che vuole mettersi alle spalle la dimensione assistita dello sviluppo. La sfida che si presenta davanti a noi è quella di costruire un vero sistema regionale di istruzione e formazione. Credo che sia giunto il tempo di creare un serio focus sul sistema scolastico e universitario regionale perché lo stato dell’arte ci restituisce severi aspetti di criticità.

Lo stato dell’arte

Una crisi nei risultati scolastici che si manifesta già nella scuola di base partendo dalla scuola primaria e che fa prefigurare successivi scacchi formativi evidenziata costantemente negli esiti delle prove Invalsi e Oce-Pisa; il fenomeno notevole dei debiti scolastici che indica un rapporto non positivo con gli apprendimenti scolastici; i dati più sconfortanti in materia di sicurezza e di adeguamento degli edifici scolastici; un forte turn-over nei comprensori decentrati:mobilità docente esasperata; permanenza di squilibri territoriali con molti comuni tagliati fuori dall’offerta formativa extra-curricolari per mancanza di servizi.  Poi, al di là dei risultati in termini di conoscenze e abilità che il sistema scuola riesce a far conseguire agli studenti, si coglie in questi anni nelle giovani generazioni un aumento del disagio. Il welfare, in fase di recessione, è cambiato profondamente nell’ultimo decennio ed è cresciuta la vulnerabilità sociale, in termine di sofferenza latente e di disagio esplicito, mentre appaiono nuove forme di bisogno sociale. Sono necessari la condivisione, il sostegno alle categorie più deboli e l’impegno a riconoscere diritti e doveri di cittadinanza effettiva. Bisogna aprire, dunque, una seria riflessione sulla scuola calabrese. Intanto, dandole un senso, un significato ,un orizzonte non scollegato dalla realtà territoriale calabrese e dalle sue prospettive di sviluppo a breve ,medio e lungo termine. Non scollegato significa che la Regione Calabria si dovrà seriamente interrogare e confrontare con l’amministrazione scolastica e con il mondo delle sue autonomie, su quali dovranno essere i prossimi percorsi educativi e formativi in uscita per i nostri ragazzi e funzionali per quale tipo di sviluppo tracciato per il nostro territorio e quale mercato di lavoro. E poi, come vado ripetendo da tempo, occorre promuovere una nuova legge quadro per un sistema regionale di istruzione e formazione professionale che preveda l’istituzione di una autorità regionale per l’orientamento continuo,a garanzia del diritto all’orientamento, e di una Scuola regionale per l’orientamento, l’istituzione di un Osservatorio Regionale sulle professioni, ed infine l’istituzione della Conferenza annuale dei servizi sull’istruzione e la formazione di concerto con l’USR Calabria.

Lo scenario di inizio anno scolastico.

Il nuovo anno scolastico ,intanto, si apre subito il primo settembre per dirigenti, docenti e personale amministrativo. Dovranno affrontare tutta una serie di operazioni amministrative e didattiche di natura collegiale, e, non ultimo, la preparazione delle attività di accoglienza per le matricole reggine che si affacciano nei vari ordini di scuola, così distribuiti: 4.058 per l’infanzia ,4.825 per la primaria, 5.600 per la media e 6.152 per le superiori. In tutto gli studenti della nostra provincia reggina nell’anno scolastico 2017-2018 saranno 80.013, così distribuiti fra i vari ordini di scuola:9.993 infanzia, 24.828 primaria, 16.625 media, 28.567 superiore.  Calano gli studenti reggini. Rispetto al 2012/2013 ci sono quasi cinquemila alunni in meno. Dopo decenni di continua crescita sono ormai cinque anni che è iniziata la discesa. Complice la decrescita demografica e anche il calo di ragazzi stranieri in età scolare. Analoga situazione nel resto del Paese dove il nuovo anno scolastico è contrassegnato da un calo di bambini e ragazzi:trentatremila in meno rispetto all’anno scorso.

Come si presenta il calendario scolastico.

Questo è il quindicesimo anno della devolution nel quale le Regioni autonomamente fissano la data d’ inizio e il termine delle lezioni. In Calabria il termine è stato decretato per sabato 9 giugno 2018. Le attività educative nella scuola dell’infanzia, invece, termineranno in quasi tutte le regioni il 30 giugno 2018. I giorni di festa (escluse le domeniche) previsti dal calendario ministeriale sono al momento 11, vincolanti su tutto il territorio nazionale. E cioè il 1° novembre, festa di tutti i Santi; l’8 dicembre, Immacolata Concezione; il 25 dicembre, Natale; il 26 dicembre; l’1 gennaio, Capodanno; il 6 gennaio, Epifania; il giorno di lunedì dopo Pasqua; il 25 aprile, Anniversario Liberazione; l’1 maggio, Festa del Lavoro; il 2 Giugno, Festa nazionale della Repubblica; la festa del Santo Patrono.  Il decreto del Presidente della Regione Calabria stabilisce, poi, che non si effettueranno lezioni, il 2 novembre per la commemorazione dei defunti, il 9 dicembre ,ponte;dal 23 dicembre 2017 al 7 gennaio 2018,vacanze di Natale; per le vacanze pasquali dal 29 marzo 2018 al 3 aprile 2018 e il 30 aprile 2018 ,ponte. Il nuovo calendario, così come prevede l’autonomia scolastica, è comunque flessibile e dà la possibilità alle scuole di proporre gli adattamenti che possono riguardare anche la data di inizio delle lezioni ,nonché la sospensione, in corso di anno scolastico, delle attività educative e delle lezioni prevedendo, ai fini della compensazione delle attività non effettuate, modalità e tempi di recupero in altri periodi dell’anno. Sicchè anche molte scuole della nostra provincia potranno iniziare le lezioni ancor prima del 14 settembre.

L’ impegno dell’Amministrazione

In questi giorni l’Amministrazione scolastica è fortemente impegnata perché tutto sia il più possibile in ordine per l’avvio delle lezioni con le nomine dei docenti e dei dirigenti nelle sedi vacanti. Dopo le operazioni di mobilità nuovi dirigenti risultano nella seguenti scuole reggine:Ciappina Carmela Alberghiero di Villa S.G.; Barberi Sonia I.C. Catanoso-De Gasperi;Nucera Marherita I.C. Nosside Pyithagoras Ravagnese; Fiaschè Maria I.C. Marina Gioiosa; Borrello Antonia I.C.De Amicis Bagaladi; Nicolò Eva I.C. Cassiodoro Don Bosco Pellaro; Fiorenza Rosita I.I.S. Mazzone Roccella. Assegnate anche le reggenze negli istituti sguarniti di direzione, ben 81 in Calabria, di cui 19 in provincia di Reggio. Continua a permanere la tendenza al colore rosa nei numeri della dirigenza scolastica calabrese e l’abbassamento dell’età media dei responsabili degli istituti.

Quali le novità per il nuovo anno scolastico.

In questi giorni cade l’anniversario(quarant’anni) della approvazione della legge 517/77 che norma per la prima volta l’integrazione scolastica,un modello tra i più innovativi nel mondo. Il Miur ha chiarito che la decorrenza dei termini di applicazione delle nuove norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti disabili è fissata al 1° gennaio 2019, mentre i nuovi Gruppi per l’inclusione scolastica- GLIR e GLI -saranno invece istituiti dall’1/9/2017, insieme alla costituzione dell’Osservatorio permanente per l’inclusione scolastica. Il Miur ha ,tra l’altro, confermato che in presenza di alunni disabili le classi non devono superare di norma il numero di 20 alunni. Con il nuovo anno scolastico l’Alternanza scuola- lavoro andrà a regime. Ha coinvolto finora 1,5 milioni di ragazzi e rappresenta una importante opportunità di orientamento e uno strumento per lo sviluppo di competenze trasversali. Tra le altre novità, poi,la probabile estensione del progetto ERASMUS agli ultimi due anni delle superiori in modo tale da far diventare curriculare l’esperienza formativa. Altra novità che non sta mancando di suscitare un acceso dibattito è la sperimentazione dei licei brevi, allargata a 100 scuole italiane selezionate che potranno attivare in una classe un percorso di studi che anziché cinque durerà quattro soli anni. Al termine del percorso ,nel 2023, saranno valutati i risultati e pensare così ad una più complessiva riforma dell’ordinamento didattico. In quest’ottica,poi, portare l’obbligo scolastico a 18 anni. Tutte proposte che,comunque ,stanno facendo discutere molto. Cambierà l’esame di terza media:le prove scritte scenderanno da 5 a 3 più il colloquio. Il test Invalsi(prova nazionale standardizzata) resterà ,ma si svolgerà nel corso dell’anno, anche se per media e superiore la prova diventerà requisito per l’ammissione all’esame senza influenza sul voto. Alle prove Invalsi di italiano e matematica ci sarà anche l’inglese.

Cambierà pure la maturità ma a partire dall’a.s. 2018/2019.

Per le famiglie, ma non solo, anche per i dirigenti scolastici,le novità derivano anche dai nuovi adempimenti legati alla documentazione delle vaccinazioni obbligatorie all’atto dell’iscrizione. Infine, i problemi legati allo stato dell’edilizia scolastica. Va sottolineato che nei giorni scorsi il Miur ha pubblicato il bando PON da 350 milioni per interventi di adeguamento sismico .Il bando ha ripartito per la Calabria 53,655 milioni. Ripartiti anche per province e città metropolitane sempre per antismica e messa in sicurezza 321 milioni,in particolare per la nostra regione 27,5 milioni. Reggio non dovrà farsi trovare impreparata. I tempi sono stringati perché il Miur chiede espressamente progetti definitivi o esecutivi dando fino a 30 mesi di tempo per la riconsegna delle scuole e la rendicontazione.

Prof. Guido Leone – già Dirigente tecnico USR Calabria

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