Il consigliere comunale di Reggio Calabria, Massimo Ripepi, replica all’articolo de Il Quotidiano del Sud dal titolo “Se c’è Pace non c’è business migranti” pubblicato l’1 Agosto e poi ripreso da altre testate, anche per via dell’intervento della parlamentare cittadina del Movimento 5 Stelle, Federica Dieni: “Sono stato tra i soci fondatori dell’Istituto per la Famiglia 23 anni fa. Da molto tempo non ricopro incarichi di alcun tipo all’interno di questa rinomata realtà associativa nazionale, che conta circa 500 sezioni zonali dislocate su tutto il territorio nazionale, che da sempre si pone al servizio dei bisognosi nella massima trasparenza e legalità. Non svolgo quindi alcun ruolo in Ipf e non ho quindi alcun legame con le scelte gestionali che l’Istituto compie nelle innumerevoli occasioni in cui le istituzioni locali (in tutta Italia e non solo a Reggio) ne chiedono il supporto per gestire emergenze sociali e umanitarie. Svolgo invece un ruolo spirituale nello studio delle Sacre Scritture insieme ad altri 10 pastori per i fedeli cristiani della Chiesa Cristiana sezione zonale di Catona. Questo ruolo, ben noto in città, mi ha permesso di aiutare spiritualmente e concretamente tante persone che negli anni si sono rivolti alla nostra comunità. Da cristiano impegnato in politica ho deciso di aderire, ormai due anni fa, a Fratelli d’Italia, movimento di cui condivido valori e programmi. In particolare sul tema immigrazione sosteniamo con forza la necessità di fermare le partenze con un blocco navale a largo della Libia e la creazione in territorio africano di centri di identificazione che consentano di individuare chi ha davvero diritto all’asilo politico e chi invece deve essere rimpatriato. Da cristiano penso che prima ancora che all’accoglienza ogni uomo abbia diritto a non essere sradicato dalla propria terra e dalla propria famiglia e che sia necessario intervenire concretamente in Africa per evitare migrazioni di massa. Così facendo si alleggerirebbe anche il peso dell’accoglienza per l’Italia , evitando di generare tensione sui territori e creare una “guerra tra poveri” nell’accesso al lavoro e ai servizi. Una prospettiva che, da cristiano impegnato in politica, mi preoccupa e mi fa ritenere che molto ci sia da cambiare nelle politiche migratorie attuate fino ad oggi, fermo restando l’aiuto ed il soccorso a chi arriva specialmente se minore senza i genitori. Per quanto riguarda l’accoglienza diffusa sul territorio, proprio grazie ad un emendamento di Fratelli d’Italia, tutte le realtà del terzo settore saranno chiamate a rendicontare puntualmente ogni spesa. Ovviamente mi auguro che ciò avvenga per tutti, comprese le realtà reggine coinvolte dal Comune nelle emergenze. Infine, a chi maliziosamente lascia intendere un mio ammorbidimento nei confronti della giunta Falcomatà, verrà come sempre smentito dai fatti. Sono stato fino ad oggi voce forte e coerente di opposizione in città e in consiglio comunale e continuerò ad operare come sempre, con la schiena dritta come mi chiedono i miei concittadini elettori”.
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