In merito alle esternazioni dell’avv. Angela Marcianò, si dichiara quanto segue.1) Corre l’obbligo di riscontrare quanto affermato soprattutto perché non è consentito, a nessuno, né tantomeno a chi ha fatto parte per trentadue mesi della Giunta comunale, di gettare ombre e fango sull’operato dell’Amministrazione comunale. Dette dichiarazioni, astiose e fuorvianti, attestano la correttezza politica della decisione della revoca dell’incarico delegato; il manifesto livore con cui sono state affrontate le questioni riguardanti la consiliatura e la “maggioranza di governo” evidenziano, senza ombra di dubbio, che non vi è stata sin dall’inizio la possibilità per la stessa maggioranza di fare squadra con l’ex assessore. Dalla stessa lettera, così come da comunicati, articoli e post sui social si evince invece l’evidente individualismo che ha caratterizzato il percorso “politico” dell’avv. Marcianò, che non ha lesinato minimamente di attribuirsi meriti suoi propri (e non dell’amministrazione) nelle occasioni favorevoli. Ai più potrebbe apparire tardiva la revoca, ma in realtà denota la pazienza del Sindaco che, solo dopo un’approfondita riflessione ed un confronto politico con la propria maggioranza ed il partito di appartenenza, ha autonomamente deciso di porre fine al rapporto necessariamente fiduciario. È il Sindaco, infatti, che nel novembre del 2014, dopo aver condotto una fase di ascolto politico-istituzionale per definire la squadra, la Giunta, che lo avrebbe affiancato, raccogliendo convergenti sollecitudini, ha deciso di dare fiducia all’avv. Marcianò, nella consapevolezza che non si trattasse né di una “compagna” (allora) né di una propria elettrice né, di più, di un’elettrice di centro sinistra. Sino a quel momento, l’impegno politico dell’ex assessore non compariva come esperienza. Anche questo elemento era conducente rispetto alla volontà di formare una Giunta nella quale convivessero passione politica e civile anche con “innesti” di persone con diverso o mitigato orientamento politico. Furono convergenti sollecitudini a convincere il Sindaco a soprassedere sulla non appartenenza politica della Marcianò al centro sinistra della città. L’obiettivo era chiaro: affrontare l’impegno amministrativo con una Giunta composta da politici (candidati ed eletti) e da tecnici, senza pensare minimamente, anzi, di condizionare, “né intellettualmente né caratterialmente” alcuno bensì lavorare nell’esclusivo interesse della città. Peraltro, la nomina della Giunta è, e resterà, un’esclusiva prerogativa del Sindaco. Quindi se il Sindaco avesse inteso formare la Giunta “a propria immagine e somiglianza”, le scelte sarebbero andate in altra direzione. Inizia dunque così la collaborazione dell’avv. Marcianò con il Sindaco e la sua Giunta, e non viceversa. È sempre il Sindaco che, quando nel dicembre appena trascorso muta la composizione della propria Giunta dandole un carattere politico, conferma un unico assessore tecnico nella persona dell’avv. Marcianò, rinvigorendone le deleghe. Assessore tecnico che diventa, poi, politico in occasione della nomina presso la segreteria nazionale del Partito democratico. Per legge il Sindaco può delegare alcune proprie funzioni ad un assessore che, sempre per legge, ove nominato, in quanto delegato (non ha autonomi poteri/funzioni), ha il dovere di leale collaborazione con il delegante, il Sindaco. L’assessore collabora con il Sindaco sia in termini individuali (quale delegato ad affari specifici) sia collegiali (Giunta). Ecco il dovere “normativo” di fare squadra; ecco il dovere etico e morale di sentirsi parte di una squadra. Ove la persona nominata assessore ritenga di voler praticare un’attività individuale e non di gruppo, coerenza impone, ab origine, il rifiuto dell’incarico proposto. Questa amministrazione, pertanto, rifugge dalla cultura dell”io” e abbraccia l’unica cultura possibile in questa città, ovvero quella del “noi”. Prendiamo, culturalmente, le distanze da affermazioni del tipo “l’ho voluto io”, “l’ho pensato io” degne di personaggi da palcoscenici televisivi. Per il senso di comunità che ci appartiene cogliamo l’occasione per riaffermare che soltanto insieme, e non da soli, questa città potrà rinascere. Quale sarebbe, di converso, il suono di una sola mano che applaude?
2) Lo Statuto dell’Ente prevede che la comunicazione degli assessori vada condivisa con l’Amministrazione e che, naturalmente, non sia in contrapposizione col Sindaco e la maggioranza democraticamente eletta, il tutto a tutela dell’unità dell’indirizzo politico. Si evidenzia che proprio la reiterata violazione di questa parte dello Statuto (art. 73 c. 2 lettera b) è inserita nelle motivazioni di cui al decreto di revoca dell’avv. Marcianò. Questa Amministrazione rifugge, altresì, da una improduttiva politica degli annunci. Duole rilevare, infatti, che nessuna risposta è avvenuta relativamente ai lavori del teatro di Gallico e del Palazzo di Giustizia atteso che è stato confermato che le ditte non hanno ancora firmato il contratto (poiché sono in corso le dovute verifiche sulle ditte stesse ed è vieppiù inopportuno incontrare le ditte prima che questi controlli si concludano) e che non si ha una data precisa sull’avvio lavori. Rimanendo in tema di annunci e di lavori, nel ricordare che gli stessi non devono stare solo sugli “elenchi” ma devono essere avviati e conclusi, spiace dover rimarcare che: i lavori sul Ponte Fiumarella dovevano essere consegnati il 12 luglio e non vi è traccia di presenze sul cantiere (cosa che ha comportato per la prima volta il cambio del tragitto della processione) al pari di quelli sul Ponte di Paterriti; i lavori di adeguamento del Palacalafiore sono stati fatti con i fondi dei Patti per il Sud; il progetto sulla scuola di Salice (presentato nell’ambito del bando regionale sull’adeguamento sismico delle scuole) è posto in graduatoria al n. 272 su 300 circa, mentre altri progetti esecutivi relativi alle scuole cittadine, contrariamente all’indirizzo politico, non sono stati presentati. Situazione ancor più grave si registra per ciò che concerne i lavori di messa in sicurezza delle fiumare, per i quali il Comune, con nota prot. n. 2682 del 12/11/15 ha ottenuto dalla Regione Calabria un finanziamento di oltre 10 milioni di euro per i quali è tutto drammaticamente fermo nonostante i reiterati solleciti da parte della Regione Calabria pervenuti al settore LLPP di questo ente con le note prot. n. 3442 del 25/7/16, n. 3853 del 6/9/16, n. 4720 del 9/11/16. Non si tratta di ritardi di giorni o di mesi bensì di anni nei quali la popolazione reggina era e rimane sottoposta a serio rischio come dimostrano i recenti fatti di cronaca che hanno visto interessato il nostro territorio. Ma vi è di più, oltre il danno rischia di esserci la beffa, atteso che esiste la seria possibilità di perdere i dieci milioni di finanziamento nonostante l’impegno politico portato avanti da questo ente. In merito ai lavori su Bocale (svincolo e spiaggia), come purtroppo sanno bene i nostri concittadini, non c’è ancora oggi alcuna traccia; ed è opportuno evidenziare infine che, a proposito di “errore o malafede”, interpellata sull’iter relativo alla istallazione degli arredi del Corso Garibaldi, con messaggio del 21 novembre 2016 alle h 12.57, l’avv. Marcianò rispondeva “abbiamo già contattato le aziende” evidenziando in tal modo la competenza sui predetti lavori. Facciamo nostre le sue parole e ci chiediamo: errore o malafede?
3) Rispetto a “compari, comari e sicofanti” che avrebbero beneficiato di nomine in enti comunali, nel ribadire il nostro plauso per come i professionisti nominati stanno gestendo aziende che erano sull’orlo del fallimento, sciolte per mafia o, nella migliore delle ipotesi, inefficienti, giova ricordare che dette nomine sono avvenute e avvengono a seguito di regolare avviso pubblico. Metodo che questa Amministrazione si è data fin dal suo insediamento con apposita delibera di Consiglio Comunale n. 8 del 5 dicembre 2014. Quanto poi ai “sicofanti” appare quanto mai beffardo evidenziare come, nell’antica Grecia, i sicofanti fossero coloro che sostenevano la pubblica accusa contro qualcuno in modo strumentale e per motivi politici. Ironia del destino.
4) Sul consiglio comunale aperto, nel riconfermare la piena e convinta solidarietà all’avv. Marcianò per l’auto bruciata al marito, si specifica che ben altre sono state le intimidazioni giunte all’assessore Zimbalatti e che lo stesso ha preferito non rendere pubbliche ma denunciarle alle autorità competenti. Così come hanno fatto altri consiglieri comunali che si sono stretti attorno agli amministratori colpiti e che, in alcuni casi, pur essendo stati vittime di altri vili episodi non hanno beneficiato dello stesso trattamento e visibilità anche per loro precisa richiesta di riservatezza. Si rammenta, per completezza, quanto dichiarato dal Sindaco rispetto al fatto che, a causa di reiterate minacce e intimidazioni, è sottoposto da tempo a un regime di vigilanza rinforzata ma non ne fa motivo di vittimismo o eroismo a mezzo stampa. Proprio vero: “miserie morali!”. L’avv. Marcianò si professa unica paladina della legalità, dichiarandolo come proprio carattere distintivo come se chi non lo dichiarasse pubblicamente non lo fosse, in tutto o in parte. I fatti dicono che questa Amministrazione, Sindaco in testa, non si è mai tirata indietro al momento di denunciare il vecchio sistema affaristico, prova ne sia l’azione incisiva in merito al Progetto integrato di Mortara e relativa all’ottenimento del provvedimento di sequestro del titolo esecutivo onde consentire lo sblocco degli oltre 250 milioni di fondi del Decreto Reggio; per la parte relativa al canile municipale, si ricorda che l’Amministrazione comunale è persona offesa dal reato nel relativo procedimento penale; ed ancora le denunce relative alle ex società partecipate; le costituzioni di parte civile in tutti i procedimenti per mafia; le azioni di responsabilità promosse nei confronti degli ex amministratori e membri dei collegi sindacali di Sogas e Atam, per non parlare di altre situazioni delicate, come Acciona e Gazebo, affrontate e risolte grazie alla proficua, continua e costante collaborazione e sinergia tra Amministrazione comunale e Autorità giudiziaria. Tutte situazioni delle quali questa Amministrazione non ha mai fatto alcun vanto a mezzo stampa né inutile pubblicità, per il sol fatto che lo si ritiene un fondamentale dovere politico, civico, etico e morale che deve essere proprio delle Istituzioni e punto di forza del programma politico amministrativo della “svolta”. Per il Sindaco, per qualunque suo collaboratore ed in ogni comparto dell’agire amministrativo, la legalità degli atti e la civiltà dei comportamenti sono complementari e si devono manifestare in ogni direzione.
5) In merito alle situazioni al “limite della legalità”, appare strumentale utilizzare notizie lette sulla stampa e cavalcate dalla minoranza, e già più volte chiarite, per cercare di prendersi non meglio specificati meriti; è puerile e conferma la volontà di creare una contrapposizione con la maggioranza di cui fino a ieri si è stati parte o si diceva di esserne. Quasi tutti i fatti, estrapolati da informazioni già note grazie ai mezzi di informazione, risalgono infatti a prima del rimpasto. Circostanza non di poco conto poiché, se si fossero intraviste, in questi atti, fattispecie di reato l’ex assessore aveva l’occasione per fare un passo indietro né, nel caso delle delibere di Giunta, come si dirà più avanti, le avrebbe votate. Appare evidente, tuttavia, che le dimissioni avrebbero offuscato un certo atteggiamento vittimistico e di alterego sul quale fondare possibili innovati impegni politici-elettorali. Si rimane basiti a leggere, tra le altre cose, i riferimenti al dirigente Cammera quasi fosse stato protetto dal Sindaco. Come si ricorderà, dopo qualche tempo dall’insediamento, il Sindaco durante un intervento pubblico esposto a Roma, tra gli altri, alla presenza del Presidente della Repubblica, delle più alte cariche dello Stato e della Commissione nazionale antimafia, lamentava l’impossibilità di incidere sull’organizzazione comunale, sulla rotazione dei dirigenti, poiché per effetto del “piano di riequilibrio” la legge non permetteva l’assunzione di nuove figure apicali. Rispetto a queste dichiarazioni, poi, il Sindaco riceveva un attacco frontale (titolo “Non posso sostituire i dirigenti corrotti” pubblicato sulla testata “Il Garantista” il 30 marzo 2015) da giornalisti poi finiti, guarda caso, al centro di recenti indagini giudiziarie che vedono coinvolto, tra gli altri, proprio l’ex dirigente Cammera… L’intervento romano, tuttavia, destava molte positive considerazioni talché, a distanza di qualche mese, il Governo varava anche su espressa richiesta del Sindaco di Reggio Calabria, nell’agosto 2015, il decreto “Enti Locali” che permetteva all’Amministrazione comunale di poter assumere tre dirigenti fiduciari ex art. 110 TUEL in modo da avere dirigenti tecnici che consentissero la sostituzione, come poi è avvenuto, del Cammera. Successivamente veniva indetto un avviso pubblico per l’assunzione a tempo determinato di due dirigenti tecnici. Uno per il settore pianificazione urbana ed uno per i LL.PP. In ultimo il Sindaco il 3 novembre 2015 conferiva all’ingegnere Marcello Romano l’incarico di dirigente ai LL.PP. Prima ancora, sempre il Sindaco, di concerto con l’avv. Marcianò, aveva assegnato allo stesso ing. Romano funzioni di sovraordinazione al settore LL.PP. ex art. 145 TUEL, proprio per avviare, nelle more della rotazione, un monitoraggio della struttura che garantisse la regolarità degli atti provenienti da quel settore così come previsto dalla natura stessa del sopracitato art. 145. Un dirigente e un art. 145, graditi all’assessore, che hanno rinforzato il settore e non di certo “indebolito”. L’avv. Marcianò attribuisce, come detto, a questa Amministrazione una serie di situazioni “al limite della legalità” in modo falso e strumentale tanto da farne parte per 32 mesi, pur dichiarando di aver denunciato per tempo alle autorità competenti. Perché collaborare con una persona della quale non se ne apprezza (ma anzi) né il carattere né l’operato? Per amore di verità è necessario evidenziare che il messaggio privato citato dall’avv. Marcianò inerente la richiesta delle sue dimissioni, era in risposta a un rifiuto – sempre via messaggio – della stessa a voler partecipare a una riunione istituzionale, convocata per il 30 marzo 2016, per discutere insieme alla Sovraintendenza delle problematiche inerenti i lavori di riqualificazione del Corso Garibaldi, materia propria della sua delega. Nello specifico, contrariamente al virgolettato dell’avv. Marcianò (“Domani unitamente alla presente consegnami le tue dimissioni”), volto a trarre i cittadini in inganno, la risposta del Sindaco è stata: “Perfetto, se domani non sarai presente, potrai presentare, unitamente alla presente, le tue dimissioni. Saluti”. L’unica cosa della quale si chiede scusa è il non perfetto italiano con cui è stato scritto. Basterebbe soltanto questo episodio per dimostrare che, al solo fine di dare ai reggini una falsa rappresentazione della realtà e screditare la persona del Sindaco, l’avv. Marcianò non ha esitato a stravolgere il contenuto e il significato di una conversazione, peraltro privata, che aveva l’esclusivo obiettivo di garantire la sua indispensabile presenza ad una riunione interistituzionale avente ad oggetto un tema specifico del suo settore.
6) Rispetto al presunto depotenziamento del settore, si evidenzia che il Decreto Reggio è, da sempre, prerogativa del Sindaco che agisce come funzionario delegato dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti così come previsto dalla legge, tanto che esiste uno specifico ufficio “leggi speciali”. A tal proposito, lo spostamento del Rup per la realizzazione della strada di Santa Venere, azione che è prerogativa del dirigente peraltro, avviene proprio perché lo strumento finanziario per la realizzazione dell’opera è il Decreto Reggio. I Patti, sono prerogativa della città metropolitana; i fondi comunitari e i Pon Metro sono di competenza del settore UE per l’attrazione e del settore LL.PP. per la realizzazione (vedi Corso Garibaldi) come è sempre stato nel Comune di Reggio Calabria e affermare il contrario è sintomo evidente di una sindrome da mania di persecuzione o, peggio ancora, un ulteriore bieco tentativo di confondere l’opinione pubblica. Con riguardo alle assegnazioni delle case popolari, per opportuna conoscenza, si rammenta che la consegna delle chiavi è prerogativa del Sindaco proprio perché è il Sindaco a firmare il decreto di assegnazione dell’alloggio.
7) Ciò che inquieta sono le dichiarazioni rispetto al “sorteggio” per gli incarichi fiduciari e all’effetto boomerang che ne consegue. Nell’evidenziare il reiterato ricorso all’istituto suddetto e che mai nessun indirizzo politico è stato dato in tal senso, giova ricordare che il “sorteggio” è una procedura ben disciplinata, non certo fatta nelle segrete stanze (le linee guida Anac sul punto recitano così “l’Amministrazione deve rendere tempestivamente noto, con adeguati strumenti di pubblicità, la data e il luogo di espletamento del sorteggio, adottando gli opportuni accorgimenti”). Non risulta che detta procedura sia stata rispettata ma, per sicurezza, è stata avviata un’opportuna verifica che fa seguito a quella effettuata dal Segretario Generale già a gennaio scorso (procedura ex c. 2 art. 147 bis del TUEL, prot. n. 6496 del 17/1/2017), e che ha già evidenziato nel caso di specie il mancato rispetto, relativamente agli affidamenti diretti, delle previsioni di cui alle linee guida ANAC in materia di ricorso a white list e/o previsione di meccanismi di rotazione. L’unico indirizzo politico sugli affidamenti diretti dato dall’Amministrazione è stato quello di privilegiare, nel rispetto della legge, quegli imprenditori che avevano deciso di denunciare le vessazioni subite dalla criminalità organizzata. Cose che fanno il paio con altre “forzature” inerenti il settore LL.PP., taciute dall’ex assessore ma già all’attenzione degli organi e delle autorità competenti grazie a lettere riservate vergate dal funzionario dello Stato, dott.ssa Barile, in servizio come art. 145, all’interno delle quali emergono fatti e situazioni meritevoli di approfondimento. Ulteriori elementi che certificano il venir meno del rapporto di fiducia con l’ex assessore.
8) Sul presunto mancato invito alle iniziative – cosa falsa poiché gli inviti vengono sistematicamente inviati a tutti i componenti dell’Amministrazione – una brevissima riflessione va fatta su chi, effettivamente, a questo punto, sia affetto da “narcisistica visibilità esterna”, e su come questa “malattia esantematica” possa essere curata con l’unico vaccino possibile: il bagno d’umiltà.
9) Su ulteriori presunte situazioni ai limiti della legalità, ironia del destino anche in questo caso, l’avv. Marcianò, in quelle poche sedute di Giunta a cui ha partecipato, ha votato a favore di quelle delibere che oggi contesta con forza (solo a titolo esemplificativo: delibera n. 101 del 16/7/2015 (Miramare), n. 110 del 27/7/2015 (Miramare), n. 169 del 3/11/2015 (Parco Caserta), n. 212 del 30/12/2015 (Uirnet)). Se avesse avuto dubbi avrebbe votato contro o, more solito, non avrebbe partecipato.
Riguardo la Giunta, infine, pur non entrando nel merito delle competizioni con gli altri assessori, è utile ribadire che la presenza in Giunta non è discrezionale e prescinde da valutazioni di merito sul numero e sul tipo di delibere da discutere. La presenza in Giunta va garantita a prescindere dalle predette valutazioni proprio perché sono le occasioni per fare il punto, confrontarsi, fare gruppo. Ed è normale, è fisiologico, ci si conceda un caffè per ricaricare le batterie dopo ore di discussione, non aperitivi come erroneamente e strumentalmente detto. Con questa nota, si è inteso non replicare alle offese e non ribattere, se non incidentalmente, su questioni che riguardano assessori, consiglieri e partiti politici, bensì ripristinare la verità rifuggendo dal turpiloquio, dai pettegolezzi, dalle opinioni fantasiose. E per lo stile che contraddistingue questa Amministrazione continuiamo con convinzione ad augurare il meglio all’avv. Marcianò per il prosieguo della sua vita ed andare sempre avanti. L’Amministrazione comunale coglie l’occasione per cogliere le doverose scuse ai cittadini di Reggio Calabria per lo spettacolo indecoroso a cui sono stati costretti ad assistere, ai membri della Giunta e ai consiglieri comunali definiti “sodali” e “sconsiderati”. Si comunica, infine, che, a prescindere da eventuali altri comunicati, l’Amministrazione non risponderà oltremodo. C’è tanto da fare in questa città e non ci si possono permettere distrazioni, d’altra parte: “dica pur chi mal dir vuole, noi faremo e voi direte”.
Reggio Calabria 27 luglio 2017